CINERECENSIONE | L'unica


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"So che non abbiamo il per sempre, ma... nessuno ce l'ha. Io ti amo adesso."

Perché io un film sugli unicorni e gli arcobaleni non riesco a vederlo. Nei film che guardo io ci devono essere morte, malattie terminali, politica o temi sociali forti... Insomma, in un modo o nell'altro i miei condotti lacrimali devono sentirsi partecipi, altrimenti poi se la prendono con me.
Ma passiamo a parlare di L'unica, un film distribuito quest'anno da Netflix (che prima o poi querelerò per istigazione alla mancanza di una vita sociale).


Risultati immagini per l'unica netflixIl film inizia come una normale commedia romantico/drammatica. La vita di Abbie e Sam, una giovane coppia di New York, non potrebbe procedere meglio: stanno insieme da quando erano bambini, si amano follemente e stanno per avere un bambino... In realtà, pero, questa presenza all'interno del ventre di Abbie, che sconvolgerà la vita di entrambi, si scoprirà essere un tumore al quarto stadio.
Sin dall'inizio Abbie prenderà coscienza di star morendo, che la possibilità di un futuro con Sam è pressoché impossibile. Ma l'amore che unisce questi due ragazzi è estremamente forte, tanto che Abbie concentrerà tutte le sue energie nella ricerca di una nuova ragazza per Sam per quando, nella peggiore delle ipotesi, lei non ci sarà più; al contempo però Sam sa che lei è l'unica donna della sua vita e questa differenza di vedute renderà ancora più difficili i mesi della malattia e l'accettazione della potenziale, e fatale, separazione.

La cosa che più ho apprezzato nel film è la leggerezza (che non è superficialità) con il quale viene affrontato il tema della malattia, della imminente morte, e della perdita. Abbie è una ragazza forte, determinata e brillante. Affronta la malattia con ironia e leggerezza alternata, come è giusto che sia, a momenti di profondo sconforto.

Risultati immagini per l'unica netflixLa perdita è un tema molto forte, che ha toccato tutti noi, in un modo o nell'altro. Ma cosa succede quando si conosce in anticipo la sorte di una persona che amiamo? Quando non accade all'improvviso, ma ci viene rivelato che il tempo a nostra disposizione sta per scadere? Nessuno ha il per sempre, certo, ma è qualcosa che non ci tocca, perché viviamo senza pensare che un giorno non ci saremo più; ma averne la consapevolezza e l'esatta certezza è tutta un'altra storia. Ed è proprio su questo che il film si basa: non sulla morte, non sul lutto, ma su quello che potremmo chiamare pre-lutto, ovvero quel lasso di tempo che ci separa dal momento X. E non è forse peggio? Vivere con la consapevolezza che l'amore della tua vita sta per lasciarti? E che puoi solo accettarlo, senza poter fare null'altro?

L'uncinetto è la metafora della vita: è difficile

La dicotomia amore-malattia non è una novità nel cinema contemporaneo, ma questo film si differenzia per la non-presenza di cliché e luoghi comuni, nei quali spesso altri film dello stesso genere incorrono.
Le emozioni trasmesse dalla pellicola sono forti, toccanti e ben riuscite. Complice di questo alcuni personaggi secondari costruiti sapientemente, tra cui quello che ho amato di più: un vecchio (interpretato magistralmente da Christopher Walken), malato terminale che Abbie conoscerà al gruppo di sostegno e uncinetto. Un personaggio intenso e di un'ironia crepuscolare.


L'impatto empatico è molto forte in alcune scene
, dettato dalla magnifica interpretazione dei due protagonisti, soprattutto del personaggio di Abbie.

Una delle scene più emblematiche è senza dubbio quella finale, durante la festa del loro matrimonio. La mancanza di Abbie si è sentita.
Ho particolarmente apprezzato la mancata esplicitazione della morte di Abbie. Una scelta importante e ricca di significato.


VOTO:

Non voglio svelarvi più di quanto non abbia già fatto. Guardatelo, assicurandovi un pacchetto di fazzoletti a portata di mano.

il vostro, autolesionista,
Midori

2 Commenti

  1. Recensione bellissima. <3

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  2. […] tv, marzo è stato un mese positivo. Sono riuscito a vedere (e a piangere) per un paio di film (L’unica e Fino all’osso) di cui non conoscevo l’esistenza che mi hanno piacevolmente sorpreso. […]

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