CINERECENSIONE | Fino all'osso

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"Alcuni non devono toccare il fondo, ma per lei è inevitabile."
La storia raccontata nel film è una tematica molto forte quanto, sfortunatamente, contemporanea. Vede come protagonista Ellen, una giovane ragazza di 20 anni, affetta da una grave forma di anoressia nervosa sin dall'adolescenza. La famiglia di Ellen, una famiglia sconquassata, non è in grado di trovare una soluzione definitiva al problema e dopo vari tentativi opta per un dottore che utilizza dei metodi non esattamente convenzionali per curare, all'interno di una sorta di casa famiglia, giovani affetti da disturbi alimentari.

Immagine correlataUn film assolutamente catartico, capace di trasmettere quello che pochi film che trattano questo tema riescono a fare. I disturbi alimentari, soprattutto l'anoressia, vengono spesso trattati con sufficienza, come se fosse una fase che più o meno attraversano tutti, più o meno grave, che magicamente si risolve da sola. Ma l'anoressia non è una fase, non è sinonimo di vanità. È una malattia. Ma così come al pari della depressione, spesso viene sottovalutata, credendo che sia "tutto nella tua testa" e che se vuoi guarire devi solo volerlo.

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Nel film questo tema viene affrontato tragicamente splendidamente, complice il fatto che la stessa protagonista (e così la regista) è stata affetta da anoressia. La sua interpretazione è stata magistrale, così forte e vera da essere dolorosa. Uno schiaffo in faccia, un getto di acqua fredda. Niente edulcoranti inutili e storie d'amore messe in primo piano. Qui i protagonisti sono la malattia, la voglia di vivere e l'amore, sì, ma verso se stessi.

Alcune scene sono molto forti, caricate di un significato estremamente forte ed evocativo; di un impatto emotivo gelido, quasi disturbante. Non tutto viene spiegato, sta alla sensibilità dello spettatore capire e comprenderne il significato.
Immagine correlataLa scena del nutrimento, ad esempio, è stata una di quelle che mi hanno fatto quasi male. Una scena emblematica e potente, quanto può esserne l'amore di una madre verso sua figlia.



Non è facile parlare di disturbi alimentari e, soprattutto, di anoressia senza cadere in luoghi comuni e cliché canonici. Questo film c'è riuscito. Il mio voto non può che non essere il massimo.

VOTO:


Il film contiene delle immagini piuttosto forti, quindi non ne consiglio a tutti la visione. Ma se potete, guardatelo. Merita davvero.

A presto, Viandanti

Midori

2 Commenti

  1. io ho solo un appunto da fare su questo film: Non mi è piaciuto ed ho trovato poco credibile quello che è successo con la ragazzina su Timblr, non credo che due genitori che perdono una figlia in quel modo sprechino tempo a fare bullismo psicologico inviando foto a quella che sembra essere la causa della morte della ragazzina. Sarebbe un comportamento immaturo, oltre che credo che la modalità sia irreale. Non so, è un’impressione personale, ma ho trovato la cosa assurda.

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  2. Io credo che abbiano voluto trovate un capro espiatorio nella protagonista. Il dolore per la perdita di un figlio posso solo immaginare quanto sia doloroso, per questo motivo hanno fatto quel gesto: colpevolizzando la ragazza che ha fatto il disegno, hanno avuto modo di indirizzare il loro dolore verso qualcun altro, piuttosto che interiorizzarlo e affrontarlo.

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