RECENSIONE | La libreria dove tutto è possibile di StephanieButland

Come si dice, preparati al peggio, ma aspettati il meglio, no?
Ho ritardato la lettura di questo romanzo per settimane, finché, un giorno, mi sono deciso a leggerlo. Ed è stata una piacevole sorpresa.



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Titolo: La tredicesima storia
AutoreDiane Setterfield
Pagine: 438
Prezzo di copertina: 11,00 €
Formato: brossura
Anno edizione: 2015
EditoreMondadori

Trama: Nel cuore di York, nel Nord dell’Inghilterra, c’è una piccola e fornitissima libreria. È il rifugio preferito della giovane Loveday Cardew. L’unico luogo che sia mai riuscita a chiamare casa. Solo qui si sente al sicuro. Solo qui può prendersi cura dei libri proprio come i libri si prendono cura di lei. Perché è attraverso le loro pagine che la giovane libraia riesce a comunicare le emozioni e i sentimenti più profondi: la solitudine di Anna Karenina; la gioia di vivere di La fiera della vanità; le passioni travolgenti di Cime tempestose. Fino al giorno in cui comincia a ricevere misteriosi pacchi ricolmi dei libri con cui è cresciuta, e inizia a pensare che qualcuno stia cercando di mandarle un messaggio. Qualcuno che, forse, la conosce bene e che conosce anche la sua infanzia, divisa tra una madre assente e una donna che ha cercato di esserne il sostituto. Un’infanzia piena di ricordi difficili. Loveday non ha la minima idea di chi possa essere e del motivo per cui il misterioso mittente si ostini a non lasciarla in pace. Sa solo che non può più continuare a nascondersi e a fare finta di niente: se vuole costruirsi un futuro diverso, migliore, deve affrontare il passato che ha fatto di tutto per lasciarsi alle spalle. Al suo fianco, pronto ad aiutarla a raccogliere tutto il coraggio di cui ha bisogno, c’è il brillante e dolcissimo Nathan, poeta in erba, l’unico che sembra conoscere la strada per arrivare al suo cuore. A poco a poco, con i suoi versi pieni di speranza, riesce a scalfire il guscio che Loveday si è costruita intorno e a regalarle la promessa di una felicità che lei, in fondo, non vede l’ora di afferrare. La libreria dove tutto è possibile è un esordio brillante e originale che ha saputo conquistare il cuore dei librai di tutto il mondo. Nessun’altro romanzo è riuscito a dipingere in modo altrettanto emozionante e delicato la realtà quotidiana di una libreria e la passione di un libraio che, da custode della letteratura, ne fa dono a piccoli e grandi lettori. Perché la libreria è il luogo giusto per trovare la risposta a tutte le nostre domande: basta saper ascoltare e fidarsi di quello che i libri hanno da raccontarci.




Un avvertimento prima di cominciare a parlavi del libro: preparate i fazzoletti prima di leggerlo.

Avevo dei forti dubbi su questo libro, credevo fosse solo l'ennesima storia d'amore nata nella solita libreria, con la solita libraia protagonista, anonima e stereotipata.
E invece ho dovuto ricredermi. Come si suol dire, non si giudica un libro dalla copertina, no? Infatti ammetto che il titolo del libro mi aveva un po' fuorviato all'inizio, ma quando ho cominciato a leggerlo, è stata una continua sorpresa.

Devo ammettere che ci ho messo più tempo del previsto a leggerlo. Non fraintendetemi, è un libro che mi è piaciuto molto, ma ci sono state alcune parti un po' piatte, secondo me. Ma andiamo con ordine.
Partiamo dalla protagonista, Loveday, un nome non convenzionale, che però rispecchia appieno la non convenzionalità della nostra protagonista. Loveday è infatti – come lei stessa si definisce – una emo-gothic ingrugnita, una ragazza introversa, poco incline ai rapporti sociali (per usare un eufemismo) e con una smisurata passione per i libri e ciò che contengono, tanto che il suo corpo è pieno di incipit tatuati tratti dai suoi libri preferiti.
È un personaggio che ho amato, con cui mi sono trovato in sintonia fin da subito. Ben caratterizzato e per nulla stereotipato, come invece spesso accade in romanzi di questo genere.

Detesto parlare. Ecco perché amo la poesia, almeno credo. Un minimo di parole. Non puoi discutere con una poesia, è sgarbato interromperla”.

Un altro personaggio che ho adorato è quello di Archie, il proprietario della libreria in cui Loveday lavora da quando aveva quindici anni. Un personaggio ricco e divertente, di un cuore grande quanto la pancia che lo caratterizza ed eccentrico quanto i suoi lunghi baffi arricciati. Un personaggio in grado di farti ridere, divertire e commuovere.
Ho amato il rapporto tra lui e Loveday che, nonostante la dura corazza, gli ha lasciato intravedere quella persona che è realmente e che cerca di nascondere al mondo.

Non ero un essere umano che funzionasse alla perfezione. Ma, siate sinceri: voi lo siete? Qualcuno lo è?

La storia che Loveday ci racconta in prima persona è narrata su tre piani temporali diversi: i momenti della sua infanzia, il passato con un uomo violento e instabile e il presente in cui vive. Il modo in cui viene raccontata la storia è quasi sotto forma di diario, infatti spesso Loveday interagisce con il lettore, alcune volte rivolgendosi a lui con questo stesso appellativo, come se ci stesse raccontando la sua vita faccia a faccia, in un caffè di York.
La sua è una storia tragica e dolorosa, fatta di abbandoni, servizi sociali, polizia, carcere, affidamento, isolamento, perdita e morte. Un'adolescenza vissuta di nascosto, lontano dalle persone e da se stessa, rifugiandosi nelle pagine di un libro. Una storia che mi ha commosso, di una durezza fredda e persistente, reale e per certi versi contemporanea.
La violenza domestica è un tema che il romanzo tocca in modo estremo ma con diligente tatto. Un tema difficile da trattare senza cadere in cliché e luoghi comuni, ma in cui l'autrice ci è riuscita benissimo.

"Puoi leggere libri sulla violenza domestica fino a farteli uscire dalle orecchie ma, se non l'hai subita, non capirai mai che è possibile amare chi ti fa del male, perché sai che è la sua parte migliore ad amarti e la sua parte peggiore a ferirti, e che vorrebbe con tutto se stesso far prevalere il lato migliore."

La cosa che ho più apprezzato è il modo in cui questa storia ci viene raccontata. Loveday è una ragazza che si potrebbe considerare cinica, ma che in realtà è solo portatrice di un'enorme sofferenza di cui solo lei può farsi carico. Il suo sarcasmo sprezzante è solo una componente della corazza che si è costruita intorno per evitare altro dolore. Ed è proprio questo sarcasmo che la caratterizza, che rende la storia così reale: non ci sono drammi improponibili, nessuna reazione esagerata e inverosimile, ma solo e semplicemente la cruda realtà di una vita condivisa con un grande dolore.

«Ricordo la prima volta che entrasti in negozio», ha detto, «e pensai che fossi la classica adolescente. Poi, però, toccasti un libro come se fosse una cosa importante. Sembrava quasi che ti ritenessi fortunata, mia cara, per il solo fatto di poter venire a curiosare nel mio regno sgangherato. [...] Ricordo di aver pensato: "Bene, bene, Archie, qui abbiamo una bibliofila.»

L'amore per la letteratura che si respira tra le pagine è un sentimento che tutti i bibliofili riconosceranno. Perché i libri possono rischiarare i momenti bui delle nostre vite e, a volte, addirittura salvarci da noi stessi.

"Una libreria non è magica, ma a poco a poco può guarire il tuo cuore."

Insomma, un romanzo che tutti i bibliofili dovrebbero leggere. Una storia originale e ricca, aspra e dolce come lo possono essere i libri che tanto amiamo, con dei personaggi umanamente imperfetti e per questo autentici.

VOTO:

Vado ad asciugarmi le lacrime.

A presto, Viandanti.




1 Commenti

  1. […] in lei, e lo stile di Stephanie Butland è senza dubbio piacevole e scorrevole. Potete trovare qui la recensione. Infine ho letto i primi due volumi di Genkaku Picasso, un manga che sto trovando […]

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