Di fugaci ritorni e annunci importanti



È strano ritornare dopo tanto tempo. Non so nemmeno da dove cominciare. Potrei dirvi che l'ultimo anno e mezzo non è stato proprio una passeggiata, per essere estremamente sintetici e usare un enorme eufemismo. Potrei dirvi inoltre che sono passato ad aprire la Locanda ogni tanto, giusto per aprire le finestre e cambiare un po' l'aria che ormai sapeva di stantio. Potrei dirvi che mi è mancato tornare a scrivere, a raccontarvi le storie che questa Locanda custodisce al suo interno. Potrei dirvi che mi siete mancati voi. Potrei dirvi tante cose e tante altre ancora. Ma forse questo non è ancora il momento. Forse ci sarà tempo.
Forse. 

Come avrete ormai capito la Locanda è sempre stato un luogo di ristoro, sia per me che - almeno spero - per chiunque passasse di qui per caso, incuriosito dal suo nome curioso e un po' bizzarro; ma anche e soprattutto per quei viandanti abituali che arrivavano per ascoltare le sue storie. È a voi che devo un enorme grazie. Siete stati il focolare di questa locanda, il cuore pulsante - insieme alle sue storie - che la rendevano viva. Ed è uno dei motivi che mi hanno spinto a tornare qui, oggi, per dirvi che il vostro locandiere di fiducia è tornato. Forse solo per oggi, o forse anche per domani.
Passo di qui per un breve saluto - ma non un addio - e per condividere con voi una notizia che spero vi spiegherà - almeno in parte - il perché di questa assenza. 
Come vi ho accennato più sopra, l'ultimo anno e mezzo è stato piuttosto complesso da numerosi punti di vista. Eppure, in mezzo a tutto questo, c'è stata una piccola cosa che mi ha sorretto e confortato: la scrittura. Come ormai saprete, le parole sono sempre state per me delle preziose alleate fin da quando ero piccolo. Che le leggessi o le scrivessi, queste mi hanno aiutato - e un paio di volte salvato - dalle asperità che la vita mi poneva davanti. E quest'anno è successo di nuovo. 
Forse a questo punto vi starete chiedendo cosa c'entri tutto questo. In effetti un po' me lo sono chiesto anche io, ma chi è abituato a frequentare la Locanda sa quanto possa essere logorroico certe volte molto spesso. 
Ho pubblicato un libro. O forse sarebbe più corretto dire autopubblicato. In ogni caso, semantica a parte, là fuori esiste a tutti gli effetti una piccola creatura che ho creato con queste stesse mani che stanno scrivendo questo articolo. È stato un processo lungo e non privo di dolori, durato poco più di una gestazione di un piccolo cucciolo umano.

Scrivere questa storia mi ha salvato. Mi ha fatto credere in un momento in cui pensavo che nulla più avesse ormai senso di esistere. Potrà sembrare un'esagerazione, me ne rendo conto, ma sono sicuro che chiunque di voi scriva, sappia di cosa sto parlando. 
La decisione di pubblicarlo non è stata immediata, tutt'altro. Fino alla fine sono stato titubante sul farlo, per un milione di ragioni che continuano ad abitare nella mia testa. Eppure, eccolo qui, in carta e ossa (piccolo riferimento che se deciderete di leggere il libro capirete a posteriori) e in tutto il suo - si fa per dire, ovviamente - splendore. 


Ho voluto condividere con voi questa notizia non tanto per pubblicità, bensì per rendervi partecipi della sua esistenza. Questa storia dopotutto appartiene alla Locanda tanto quanto a voi che ne fate parte, e mi sembrava corretto farvi conoscere questa nuova storia. Non è mia intenzione chiedervi di comprarlo, ma nel caso voleste dargli una possibilità vi sarei eternamente grato. Come vi ho sempre detto, scrivo per me stesso e perché amo farlo. Ma, nel caso qualcuno decidesse di adottarne una copia, la può trovare su Amazon o cliccando direttamente sull'immagine di copertina poco sopra. 

Ora vi saluto con un ultimo, ma non per questo meno importante, grazie. Grazie se siete arrivati fin qui, e soprattutto grazie se siete rimasti in questa locanda nonostante il suo locandiere poco presente. 



P.S. Come forse avrete notato il blog ha subito un piccolo restyling. Spero vi piaccia. 


Grazie di cuore
e a presto (spero)


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