RECENSIONE | Ellie all'improvviso di Lisa Jewell

Titolo: Ellie all'improvviso | Autore: Lisa Jewell | Pagine: 300 p. | Anno edizione: 2018 | Editore: Neri Pozza | Formato: brossura/ebook | Prezzo di copertina: 18,00 € (brossura)


Buongiorno Viandanti e buon venerdì! Oggi vi parlo di un libro per il quale nutrivo fortissime aspettative che però mi ha lasciato un po' di amaro in bocca. Ne saprete di più leggendo la recensione!








Trama: Laurel Mack ricorda bene com'era la sua vita dieci anni prima, quando aveva tre figli anziché due: un accumulo di faccende da sbrigare, crucci e bollette scadute. Una vita che, con il senno di poi, le appare assolutamente perfetta. Perché una mattina, sua figlia Ellie, la figlia prediletta, quella con cui andava maggiormente d'accordo e di cui era più orgogliosa, era uscita di casa e non era più tornata. Da quel giorno di maggio del 2005 in cui Ellie è svanita nel nulla, non ci sono stati sostanziali sviluppi nelle indagini sulla sua scomparsa. Felpa nera con il cappuccio, jeans sbiaditi e scarpe da ginnastica bianche, Ellie era una qualsiasi adolescente con uno zainetto in spalla quando è stata avvistata l'ultima volta in Stroud Green Road, alle dieci e quarantatré del mattino: da quel momento le sue tracce si sono perse nel nulla, al punto che persino la polizia si è rassegnata e ha liquidato il caso come la fuga da casa di una ragazzina ribelle. Dieci anni dopo, Laurel sta provando a fare i conti con questa incomprensibile verità. Paul, il suo ex marito, ha una nuova compagna e i suoi due figli, Hanna e Jake, sono andati a vivere altrove. Tutti sembrano andare avanti, tutti sembrano essersi fatti una ragione della scomparsa di Ellie, tranne lei. Finché un giorno, in un bar, la sua attenzione viene catturata da un affascinante sconosciuto. Occhi grigi, capelli brizzolati e scarpe eleganti, l'uomo ordina una fetta di torta, prende posto nel tavolo accanto al suo e le rivolge un ammaliante sorriso. Inaspettatamente, Laurel sente qualcosa che si scioglie dentro di lei, un barlume di speranza. Che questo incontro rappresenti una seconda occasione di felicità? Floyd, questo il nome dello sconosciuto, non esita a invitarla a cena e, poco dopo, a presentare a Laurel le sue due figlie, avute da due diverse relazioni. Ma dinnanzi alla più piccola, Poppy, di nove anni, Laurel resta senza fiato: la bambina è infatti il ritratto di Ellie. La stessa fronte spaziosa, le palpebre pesanti, la fossetta sulla guancia sinistra quando sorride. All'improvviso, tutte le domande rimaste senza risposta che hanno tormentato Laurel per anni tornano a galla. Perché guardare quella strana bambina è come guardare sua figlia? Cosa è successo veramente a Ellie? È davvero scappata di casa, oppure c'è una ragione più sinistra per la sua scomparsa? Ma soprattutto, chi è Floyd davvero? Una storia dove niente è quello che sembra e tutte le certezze della vita possono infrangersi come uno specchio troppo fragile.


Mi aspettavo tanto da questo romanzo. Forse troppo. Vittima dell'ennesimo hype, mi ero lasciato convincere dai numerosi pareri positivi che lo classificavano come bellissimo, innovativo, sorprendente. Ecco, no. Almeno, non per me. 

Partiamo dalla protagonista. Ellie è una ragazza come tante altre, un po' troppo stereotipata per i miei gusti però. Bella - che poi la bellezza è soggettiva, ma passiamoci sopra - intelligente, simpatica, una studentessa modello e una figlia che tutti vorrebbero avere - tranne il sottoscritto -. Ellie è la tipica figlia viziata, quella a cui la si dà vinta sempre, e i fratelli vengono messi in secondo piano. 
Ecco, parliamo dei fratelli, quasi inesistenti all'interno della storia, se non per qualche breve sprazzo qua e là durante il proseguo del libro. Questo è stato forse il motivo principale per cui non sono riuscito ad affezionarmi a questi personaggi, quasi inutili ai fini della trama, se non per la sorella di Ellie che avrà un "ruolo centrale" nella trama - si colga l'ironia, per favore - mentre il fratello fa giusto da contorno. 
Anche con la madre di Ellie, Laurel, non sono riuscito a stabilire un rapporto empatico, anzi, a volte l'ho proprio detestata. Per circa metà del libro non ho provato nessun senso di dolore, di nostalgia, di rammarico. Sarò io un sasso forse, eppure con altri libri ho la lacrima facile. Quello che secondo me non ha funzionato è lo stile dell'autrice, che non ha saputo cogliere, a mio personalissimo gusto e parere, il dolore immenso che si proverebbe in una situazione del genere. Si è dato troppo spazio al suo incontro e la conseguente relazione con un altro personaggio, Floyd, che diventerà poi il suo compagno alcuni anni dopo la separazione di Laurel con suo marito e padre di Ellie. La relazione ha sì un suo significato, di cui non posso svelare nulla senza correre il rischio di fare spoiler, ma mi è sembrato tutto troppo forzato. Troppo malato. Troppo inverosimile. Avrei molto da dire a questo riguardo, ma mi fermo qui per non rischiare spoiler. 
Un personaggio in particolare l'ho apprezzato, ma non posso svelare quale per correttezza nei confronti di chi non ha ancora letto questo romanzo, il quale mi ha fatto provare un forte sentimento di repulsione. 

La storia in sé mi è piaciuta, trovo che sia una di quelle storie talmente raccapriccianti che sono sfortunatamente reali e, al contrario di alcune dinamiche all'interno del romanzo, abbastanza verosimili. Avrei voluto immedesimarmi di più nella storia, avrei voluto provare più pathos, più coinvolgimento emotivo. Non mi sento di definirla una brutta lettura, anzi. Il libro scorre molto velocemente, tant'è che l'ho terminato in due giorni. 

Come ho accennato prima, però, secondo me la trama traballa un po'. Cosa sia successo a questa povera ragazza è chiaro fin dai primi capitoli, così come chi c'è dietro. Le motivazioni sono abbastanza prevedibili che persino io che non sono Sherlock le avevo sospettate... Insomma, tutto questo per dirvi che di thriller qui c'è poco e niente, o meglio, non aspettatevi un thriller canonico. Aspettatevi più una storia che fa riflettere, che vi terrà incollati alle pagine per via del suo ritmo serrato e che finirete in un soffio. 

Il finale mi ha deluso parecchio, l'ho trovato troppo sbrigativo ma, anche qui, è un gusto prettamente personale. L'epilogo è stato invece forse la salvezza per il rotto della cuffia. In poco più di una pagina l'autrice ha saputo farmi scendere una lacrima, quella che aspettava di scendere durante tutta la durata del romanzo. 

Un'ultima nota che mi sento di dover dare è sullo stile dell'autrice. L'alternanza dei diversi punti di vista di alcuni dei personaggi è stata magistrale, nei quali l'autrice è riuscita a cambiare tono e a dar voce a personaggi molto diversi fra loro. 

Sicuramente un libro che merita di essere letto, che fa riflettere su tematiche che non passano sfortunatamente mai - passatemi il termine - di moda. 



 VOTO:



A presto, Viandanti


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