RECENSIONE | La città incantata. Al di là delle nebbie di Sachiko Kashiwaba

Titolo: La città incantata. Al di là delle nebbie Autore:  Sachiko Kashiwaba | Pagine: 134 p. | Anno edizione: 2014 | Editore: Kappalab | Formato: Brossura | Prezzo di copertina: 15,00 € (Rilegato)


Buongiorno Viandanti! Come state? Io ieri ho dato l'ultimo esame della sessione invernale, e finalmente ora mi godo un po' di relax. Tra l'altro il mio compleanno si avvicina. Io vi ho avvertito.
Ma bende alle cince, oggi vi parlo di un romanzo che dal titolo - quasi - tutti riconosceranno. Sto infatti parlando del romanzo da cui è stato tratto l'omonimo film dello Studio Ghibli - film che io amo follemente -, sarà quindi scattata la stessa scintilla con il libro?


   





Trama: Alcune fiabe moderne ci hanno raccontato il difficile momento in cui da bambini scopriamo il mondo al di fuori dell'ambiente familiare. Spesso questo momento coincide con l'inizio della scuola, in cui è necessario imparare a interagire con gli altri senza la mediazione di genitori e nonni. "La città incantata al di là delle nebbie" di Sachiko Kashiwaba si inserisce idealmente in questo filone, a fianco di titoli illustri come "Il mago di Oz" e "Alice nel paese delle meraviglie", e ci racconta le avventure di una bambina che si perde in un paese all'apparenza normale, ma popolato invece da strani personaggi e avvolto in un'atmosfera misteriosa e irreale. Un racconto di formazione pervaso dalla cultura popolare giapponese e dal suo mondo di spiriti della natura.


Bisogna partire con un presupposto importante, prima di leggere questo libro: non bisogna paragonarlo al capolavoro cinematografico di Miyazaki. La storia, seppur il film sia stata ispirata da questo libro, è relativamente molto diversa, partendo già dalla protagonista. 
Credo sia stato proprio il paragone con il film, o forse l'averlo visto prima di leggere il romanzo (perdonatemi, ma ne ignoravo l'esistenza fino a qualche anno fa) che non me l'ha fatto apprezzare così tanto. Vittima forse delle troppe aspettative riguardo questa storia, sono rimasto un po' a bocca asciutta una volta finito. Ma procediamo con ordine. 

Significa che qualsiasi sia il luogo in cui uno si trova, se ne ha bisogno, gli basta fare un passo in avanti e raggiungere Strada Matta. 

La storia vede protagonista Rina, una bambina all'ultimo anno delle elementari che, sotto consiglio e richiesta del padre, passerà le vacanze estive in uno strano paese che si trova nella Valle della Nebbia. Arrivare alla Valle non sarà affatto semplice, anzi. Ma con l'aiuto del suo particolare ombrello, datole dal padre e che porta sempre con sé, Rina si troverà presto in una strana città - o forse è meglio dire strada -  chiamata appunto Strada Matta. Qui incontrerà grotteschi personaggi ghibliani, e tra tigri rimaste nascoste nei vasi, dolci che non fanno ingrassare e altri strani accadimenti, Rina incontrerà nella Strada Matta molti amici speciali. Ma per stare lì Rina dovrà "guadagnarsi il pane" da sola, lavorando nei vari negozi che compongono quella bizzarra strada. E così Rina vivrà molte avventure, che la porteranno a diventare più responsabile e matura. 

Potremmo definire questo un romanzo breve - o un racconto lungo - di formazione. Gli elementi tipici di questo genere di storie ci sono tutti. Del tema della crescita, del diventare grandi, attraverso avventure più o meno bizzarre, ne è pian la letteratura. Questo racconto non fa eccezione. Ogni esperienza, ogni lavoro che Rina farà nasconderà un'importante insegnamento a lei necessario per poter diventare grande. 

- Farai una candela per me? - esclamò Rina felice.
- Ma certo, e di alta classe, una candela nella cui fiamma potrai vedere le persone che ti mancano e il cui sfrigolio ti riporterà alla memoria suoni di cui provi nostalgia.

Le note negative di questo romanzo sono quasi tutte dovute alla sua brevità: in centotrenta pagine non si ha avuto modo di approfondire tutti i personaggi che, come viene naturale pensare, risultano poco profondi e approssimativi; così come le descrizioni dei luoghi, appena abbozzate e spesso troppo descritte alla rinfusa, quasi come se si avesse fretta di continuare senza lasciare il giusto spazio all'ambiente. 
Un altro punto a sfavore è la traduzione. Non conoscendo il romanzo originale non posso certo esprimermi al meglio, ma i continui refusi e gli errori sintattici e grammaticali non ne hanno certo aggiunto valore. 
Uno dei punti a favore del romanzo è invece senza dubbio lo stile dell'autrice, di una delicatezza estranea alla maggior parte degli occidentali. Quella giapponese è una delicatezza fragile, estremamente tenera e di una dolcezza infinita. Dolcezza che, però, come i dolci della pasticceria di Strada Matta, non fa ingrassare, non stanca e non appesantisce. 

I libri hanno il potere di attirare le persone e influenzare le loro scelte. Sta in questo il loro fascino. [...] I libri si impregnano anche dell'odore delle persone che li hanno letti. E a me interessa solo di questo tipo di libri.

Le somiglianza con il film sono piuttosto labili, ma un occhio esperto saprà riconoscerle subito. Non vi aspettate quindi di ritrovare la stessa poesia e lo stesso incanto del film. Questo è un romanzo breve da lettura non impegnata, se volete qualcosa da leggere giusto per distrarvi un paio d'ore e rilassarvi.
Come ho già detto, questo libro va letto senza troppe pretese, meglio ancora se non si ha mai visto La città incantata del maestro Myiazaki. Se entrambe queste due richieste sono soddisfatte, allora il romanzo potrà anche essere apprezzato molto più di me. Un racconto da leggere ai bambini, ma che anche agli adulti non farà certo male. E ovviamente a chi, come è successo a me, ha la curiosità di sapere cosa ha ispirato il maestro ghibliano nella produzione di uno dei suoi più grandi capolavori. 

 VOTO:


A presto, Viandanti

2 Commenti

  1. "sarà quindi scattata la stessa scintilla con il libro?" bé, direi di ni xD
    Come già sai io ho un rifiuto totale per lo studio Ghibli e Miyazaki quindi l'idea di leggerlo mi disturba ma, se non sono del tutto rintronata, credo che il marito lo abbia comprato anni fa, il primo anno che abbiamo partecipato al Japan Matsuri organizzato nella nostra città, quindi potrei averlo in casa. Indagherò e valuterò il da farsi :P

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    1. Gli elementi c'erano tutti, ma sono stati trattati troppo superficialmente. Però non è del tutto da buttar via, ecco.
      Che bello che organizzino matsuri dove abiti! *^* Voglio venirci!
      Per il libro, io una possibilità gliela darei, essendo molto corto non avrai rimorsi di aver buttato via tanto tempo nel caso non dovesse piacerti! xD

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