RECENSIONE | Fairy Oak. La trilogia di Elisabetta Gnone

 
Titolo: Fairy Oak. La trilogia | Autore: Elisabetta Gnone | Pagine: 994 p. ill. | Anno edizione: 2018 | Editore: Salani | Formato: Brossura | Prezzo di copertina: 19,90 € (brossura)

Buon sabato, Viandanti. Natale è ormai alle porte, per alcuni compreso il sottoscritto potrebbero anche tranquillamente essere barricate, ma questa è un'altra storia. Ad ogni modo, non siamo qui per parlare del mio non amore, che ormai da qualche anno sembra andare di moda, quasi una gara a chi odia di più questa festività e poi è l'emblema ipocrita di questo periodo. Ma stiamo divagando.
Finalmente torno con una nuova - si fa per dire - recensione. Parliamo di una trilogia che io ho riletto dopo quasi dieci anni - la vecchiaia avanza - ma che nonostante gli anni passati, ha sortito lo stesso effetto e le stesse emozioni provocate dalla prima volta che lo lessi.

La decisione di scrivere una recensione unica e non una per ogni libro della saga principale è stata fatta per un semplice motivo: avendoli letti praticamente uno dopo l'altro non mi sembrava il caso di farvi sorbire tre recensioni una di seguito ad un'altra della stessa storia. Avrei corso il rischio di essere ripetitivo, di fare solo un riassunto della trama e degli avvenimenti principali rischiando spoiler non molto graditi a chi - e qui sfioriamo quasi l'impossibile - non ha mai letto questa storia.



     



Trama: Fairy Oak è un villaggio di pietra, antico e incantato, sperduto tra le pieghe di un tempo immortale e cresciuto intorno a una quercia fatata, da cui ha preso il nome. Lo circonda una natura viva e rigogliosa: a nord il mare selvaggio, a sud gli altopiani battuti dal vento e tutt'attorno prati, colline e laghi cristallini. Fairy Oak è l'unico luogo dove umani e creature magiche vivono in perfetta armonia, tanto che è difficile distinguere gli uni dagli altri, poiché maghi, streghe e cittadini comuni abitano le case di pietra da tanto di quel tempo, che ormai nessuno fa caso alle reciproche stranezze, e tutti si somigliano un po'. Solo le fate sono diverse: piccole, come il palmo di un bambino, e luminose, vengono chiamate dai Magici per badare ai bambini, ed è proprio una di loro a raccontarci questa storia. Feli è la fatina a cui è affidato il diffìcile compito di proteggere le streghe gemelle Vaniglia e Pervinca, nate con opposti poteri e insieme simbolo vivente di un'eterna alleanza, quella fra Luce e Buio, che un terribile nemico è deciso a spezzare. Per governare nell'oscurità, il Signore del Buio sa che deve rompere il legame che unisce le sorelle, e su di loro cala la sua scure. Scopre così che le ragazze non sono sole nella battaglia, intorno a Vaniglia e Pervinca, a fare da scudo e da arco, ci sono i loro amici, e un piccolo popolo, ardito e coraggioso, deciso a salvare il proprio magnifico mondo...


"Da oltre mille anni, a mezzanotte precisa, nelle case di Fairy Oak avviene un fatto magico: minuscole fate luminose raccontano storie di bambini a streghe dagli occhi buoni, emozionate e attente.
Insolito, vero?!
Tutti sanno che fate e streghe non vanno d'accordo e che alle streghe i bambini non piacciono affatto. Ma siamo nella valle di Verdepiano, nel villaggio di Fairy Oak e qui le cose vanno sempre un po' diversamente..."

Come non ci si può innamorare di una storia che comincia con queste parole? Per me questo breve prologo è paragonabile per alcuni con le prime frasi di Harry Potter e la pietra filosofale: le sappiamo a memoria. 

Ci troviamo a Fairy Oak, un villaggio antico e misterioso, nascosto - come dice la stessa autrice - fra le pieghe di un tempo immortale. Una descrizione assai poetica quanto vera, infatti a Fairy Oak il tempo sembra essersi fermato ad un tempo dove la magia non è mai andata via, ma fa anzi parte della vita quotidiana del popolo che abita in quel luogo; un tempo dove le cose semplici sono meravigliosamente vissute nella loro - passatemi il termine - "banalità". Una banalità preziosa, ricca e semplicemente vera: il profumo del pane appena sfornato del panettiere la mattina, mentre si passa dalla piazza principale per andare a scuola; lo sbocciare di un singolo fiore; il canto mattutino delle cicale ancora sveglie e quello più familiare dei gabbiani in lontananza, alla scogliera. Un sorriso, un abbraccio, del latte caldo con del miele. 
Ma come in tutte le storie, non esiste Luce senza Buio. E in questa storia queste due facce sono vere protagoniste. Luce e Buio sono infatti i due poteri primordiali degli abitanti autoctoni della valle di Verdepiano, dove Fairy Oak si trova. In ogni famiglia, maghi e streghe si ereditano da tempi ancestrali uno dei due poteri, senza mai eccezione. Luce o Buio, mai entrambi. Ed è quindi un evento alquanto insolito quando il trentuno ottobre nascono due gemelle, una a mezzogiorno preciso, l'altra a mezzanotte spaccata. Una con il potere della Luce, l'altra con il potere del Buio.
È con la nascita della due gemelle, Vaniglia e Pervinca, che ha inizio la nostra storia. Ce la racconta Felì, una fata tata chiamata dal suo regno per fare da balia alle due gemelle finché non avessero compiuto la maggiore età. 

La vita degli abitanti di Fairy Oak scorre tranquilla. Maghi e streghe, ma anche persone senza poteri - chiamati appunto Nonmagici - vivono in perfetta armonia da molti secoli, un'alleanza che con il passare del tempo si è trasformata in amicizia, amore, fratellanza. 
Felì, attraverso il suo dettagliato diario, ci racconta la vita di Fairy Oak ma soprattutto delle gemelle, fatta di lezioni tradizionali e lezioni di magia, amicizia, primi amori e spensieratezza. Una terribile minaccia si intravede però all'orizzonte, fatta di tuoni e fulmini, tempeste spaventose e strani versi provenienti da oltre le mura. Tutti segnali che preannunciano di nuovo, dopo tanti anni di pace, il ritorno di un nemico antico, che metterà in pericolo non solo il villaggio e i suoi abitanti, ma anche il profondo legame che unisce le due gemelle...

Quella di Fairy Oak potrebbe sembrare una storia banale, già vista, troppo sentita e noiosa. Gli elementi del fantasy tradizionale in effetti ci sono tutti, ma non è questo il punto forte della saga, quanto chi l'ha scritto e come l'ha scritto. Elisabetta Gnone è un'autrice eccezionale, una di quelle poche autrici capaci di farti sognare anche da adulto. La ricchezza del suo stile sta nell'essere delicato come una carezza, eppure di un'efficacia potente. La magia che permea le sue parole è percettibile quando si legge. 
Ma non è solo lo stile dell'autrice che fa di questa saga una delle più belle che abbia letto. La storia delle gemelle non è così scontata come ci si aspetterebbe. Vaniglia e Pervinca sono gemelle, eppure completamente opposte fra loro, rispecchiando i loro poteri opposti, eppure complementari, che possiedono. La loro caratterizzazione è molto dettagliata, seppure sia una trilogia per un pubblico molto giovane. Non di meno sono gli altri personaggi, ognuno con un proprio ruolo e che sarà fondamentale nello svolgersi della storia.
In ultimo il nemico, un'entità indefinita, impalpabile, eppure tangibile ed estremamente reale, capace di far vacillare anche il più nobile degli animi. 

Nella storia non mancheranno i colpi di scena, le battaglie, le avventure. I momenti tranquilli vengono alternati da momenti più movimentati, rendendo così la lettura avvincente e mai noiosa. Un altro elemento importante di questa trilogia sono le ambientazioni: ricche ma non pesanti, capaci di trasportarti in poche righe insieme ai protagonisti. 

Una storia magica, delicata ed estremamente poetica, ricca di insegnamenti sempre attuali, capace di far sognare i lettori più giovani, ma anche quelli non più così giovani che non hanno mai perso però la loro parte fanciullesca.


  VOTO:


A presto, Viandanti


4 Commenti

  1. Questi libri sono bellissimi , io purtroppo con questa pandemia ho potuto leggere solamente i primi tre e devo dire che mi hanno colpito così tanto che ho pianto alla fine del 3 libro e non vedo l'ora di andare in libreria e leggere il primo libro dei quattro misteri e ringrazio l'autrice di questa magnifica storia perchè mi ha riempito la mia fantasia con le magiche avventure di Fairy Oak e delle due gemelle

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  2. Io che ho letto tutti i libri alla fine ho pianto. I libri di Fairy Oak ti coinvolgono così tanto e bene che pensi di essere lì quando li leggi, infatti l'ho letta moltissime volte. È la saga più bella che abbia mai letto ❤.
    Vì, Babù e il resto della banda siete FANTASTICI.
    La consiglio tantissimo sembra un normale libro di due semplicissime ragazze ma invece parla della vita di VANIGLIA e PEEVINCA

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    1. Grazie per essere passata alla Locanda ☺️ concordo pienamente con te, questa saga parla di vita e di speranza. Due cose che non guastano mai ❤️

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