RECENSIONE | Quello che gli altri non vedono di Virginia McGregor

Titolo: Quello che gli altri non vedonoAutore: Virginia McGregorPagine: 400 p. Anno edizione: 2014 Editore: Giunti Formato: Brossura Prezzo di copertina: 13,00 €

Ma solo io mi sono accorto solo stamattina che oggi è venerdì 17? Anche voi fate parte della schiera degli scaramantici che temono questo giorno o, come me, ne siete affascinati dall'alone di mistero che lo accompagna da sempre? 

Chiacchiere inutili su numeri insignificanti a parte, oggi voglio parlarvi di un libro che ho amato - e nel quale ho lasciato un pezzo di cuore, nonché una buona dose di lacrime - e che ho proprio terminato stamattina. Primo libro della McGregor che leggo e che mi ha catturato l'anima, ho intenzione di leggere anche il suo ultimo libro che mi ispira un sacco, L'incredibile ritorno di Norah Wells. Ma ora basta ciarlare e passiamo alla recensione che, devo ammettere - come per tutti i romanzi che ti catturano dall'interno - è stata difficile da scrivere.







Trama: Milo ha nove anni e una missione molto speciale: prendersi cura di nonna Lou, che insieme ad Amleto, l'animaletto di casa, è la sua inseparabile alleata. Ogni tanto la nonna annuncia che partirà per la Grecia con il nonno. Peccato che il nonno sia morto molti anni fa... Meglio non dirlo alla mamma, che ha poca pazienza, l'importante è assicurarsi che Lou prenda le pillole che le sbrogliano i pensieri. Del resto è stata proprio lei a insegnargli che il mondo si può "vedere" anche attraverso particolari che sfuggono alle persone comuni: i rumori, il tono della voce o gli odori. Sì, perché Milo è affetto da una malattia che lo renderà progressivamente cieco. E quando un giorno la nonna dà quasi fuoco alla cucina, Milo è il primo a difenderla, ma la decisione della mamma è irrevocabile: Lou deve andare in casa di riposo. Un posto apparentemente perfetto, con un bel giardino, pavimenti lucidi come specchi e un'infermiera dal sorriso stampato. Ma qualcosa non va... Come mai la nonna dorme sempre? Perché non riconosce più nessuno? Con l'aiuto di Tripi, il cuoco della clinica, Milo inizierà la sua personalissima indagine. E quando si è allenati a "vedere" il mondo con tutti e cinque i sensi, quello che si riesce a scoprire è davvero incredibile.


Ci sono quelle storie che ti arrivano all'improvviso, dritte al cuore, inaspettatamente e inesorabilmente, rendendoti partecipe della sofferenza che attanaglia i protagonisti di quella storia, ma anche di quegli sprazzi momentanei di felicità che, fortunatamente, prima o poi arrivano a tutti. Questa è una di quelle storie. 
Quella di Milo, il protagonista del romanzo, è una storia d'amore. Ma non una storia di amore qualsiasi, bensì quella di un amore infrangibile e pacato, irruento e doloroso, come solo un amore familiare può essere e che - riprendendo una citazione del romanzo - non seguono traiettorie lineari.

"Gli piaceva molto guardare l'acqua, così come guardare il cielo, perché non aveva bisogno di inclinare la testa, l'immagine cambiava da sola. Un nuovo colore, un rametto, un pacchetto rosso di patatine, un'anatra di passaggio, il riflesso di un aeroplano che spuntava dalle nuvole."

Ho amato ogni singola pagina di questo romanzo, ogni singola parola, frase, personaggio. Un romanzo in grado di farti provare emozioni di un'intensità tale da risultare quasi fastidiose e dolorose. Grazie anche allo stile di Virginia McGregor, autrice di una capacità stilistica delicata come una carezza, che profuma di dolci appena sfornati; ma capace anche di farti male e di dilaniarti il cuore. 

«Vedi le cose in modo diverso dagli altri, vero?» Come pensava, ecco il momento della compassione per la sua malattia. «È che le guardi in modo strano, come se potessi vedere più di noi. Più a fondo, intendo.»

Sotto lo sguardo attento di Milo, un ragazzino di una fragilità estrema eppure dotato di una forza prorompente e commovente, siamo resi partecipi di ciò che lui vede nel mondo, nel suo mondo, e ce lo mostra attraverso un piccolo foro, perché Milo ha una malattia che non gli permette la visione periferica, ma di vedere il mondo proprio attraverso un forellino. Ed è proprio questa capacità che lo rende così speciale: Milo vede quello che gli altri non vedono. Si sofferma sui dettagli su cui la maggior parte delle persone non presta attenzione, perché troppo distratta dalla visione completa.
Un personaggio che ho amato e che in certi momenti avrei tanto voluto abbracciare e confortare, non tanto per la sua condizione fisica - che per lui non è nemmeno un peso - quanto per il dolore e le ingiustizie che deve sopportare. Eppure Milo non si arrende, vive consapevole dei suoi limiti e lotta per ciò che ritiene giusto. Un personaggio di un'umanità dolorosa e straziante, magnificamente creato da un'autrice che sa il fatto suo. 

"Tirò fuori la fotografia della sorellina di dodici anni e la osservò. Aveva la metà dei suoi anni, eppure a volte gli era sembrata lei quella più grande. Pregò che fosse al sicuro, che un giorno potessero riunirsi su quell'isola in cui gli unici colpi di pistola arrivavano dalle televisioni che tutti avevano in soggiorno."

Non di meno sono gli altri personaggi principali, che ci viene dato modo di conoscere con i loro stessi occhi, attraverso il cambio di punto di vista dei personaggi ad ogni capitolo. Una scelta che spesso risulta confusionaria e inutile, ma che in questo libro l'autrice ha saputo dare coerenza e importanza, facendoci vedere e vivere la storia con altri occhi, diversi da quelli di Milo, e rendendoci partecipi della sofferenza che nemmeno lui è in grado di vedere
Ci troveremo infatti a scoprire i pensieri della stessa nonna, della madre di Milo e di un altro personaggio che ho adorato, Tripi, un rifugiato siriano dotato di un'umanità che solo chi ha vissuto sulla propria pelle i dolori della guerra sa esternare. 

Che scelta avevano? Le bombe cadevano fuori dalla porta di casa, e in ogni caso Tripi non credeva nei confini, nelle decisioni che stabilivano dove alcuni potevano vivere e camminare e dove altri invece non potevano entrare. Secondo Tripi, il mondo era di tutti, e i problemi cominciavano proprio quando la gente ergeva muri, costruiva barricate e chiudeva le porte a chiave. 

C'è tanto dolore quanto amore in questo romanzo. Delicato e insieme doloroso, è capace di mostrare una realtà diversa da quella a cui siamo abituati, scontata e familiare. Inutile svelarvi che ci sono stati parecchi momenti in cui l'emotività ha preso il sopravvento e sono crollato in lacrime. 
Non c'è però banalità in questa storia. Seppur trattando temi pericolosi come malattia, sofferenza, lutto e abusi, l'autrice è riuscita a creare una storia spoglia da inutili perbenismi e luoghi comuni, mostrandoci una realtà tanto cruda quanto reale, non facendoci dimenticare però che ogni ombra nasce da una fonte di luce... 


  VOTO:
 

A presto, Viandanti

9 Commenti

  1. Lo voglio! Mi è salita la lacrima solo a leggere la tua recensione <3
    Bacci

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    1. Recuperalo al più presto, sono sicuro ti rapirà! È davvero bellissimo. <3

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  2. La recensione è stupenda, come sempre, ma temo che il libro non faccia per me!

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    1. E tu sei un amore, come sempre! <3 Come si suol dire, de gustibus non disputandum est!

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  3. Che recensione meravigliosa ♥ Non so se rientri nel mio genere ed il tempo praticamente non esiste, ma davvero complimenti!

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    1. Ma grazie! <3
      Magari dagli una possibilità, merita davvero. :)

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  4. Mi hai ricordato che ho questo libro in casa da anni e ancora non l'ho letto... devo rimediare!

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    1. Vergogna! 😂 Scherzi a parte, sono sicurissimo ti piacerà! Recupera! ❤

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  5. Ma grazie, sei gentilissima! <3
    Io in realtà non la conoscevo prima di leggere questo suo romanzo, ma devo dire che me ne sono innamorato. :)

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