RECENSIONE | Il figlio del cimitero di Neil Gaiman

Titolo: Il figlio del cimitero | Autore: Neil Gaiman | Pagine: 342 p., ill. | Anno edizione: 2010 | Editore: Mondadori | Formato: Brossura | Prezzo di copertina: 11,00 €

Se ve lo state chiedendo no, quello che state leggendo non è un miraggio dovuto al caldo desertico di questo periodo. Sto davvero scrivendo questo post. E voi lo state realmente leggendo. O forse è tutto un sogno (o meglio, un incubo) e io tra poco mi sveglierò e sarò felice e spensierato...
Pensieri oscuri a parte, torno per parlarvi di un libro meraviglioso che ho finito qualche giorno fa di leggere, e per dirvi che, nonostante tutti i problemi che mi stanno divorando, ci sono ancora. Magari con una presenza minore, in disparte e da lontano, ma ci sono.
Suvvia, asciugate quelle lacrime (?), perché ora è il momento di parlare de Il figlio del cimitero del mio amato Gaiman.


     


Trama: Ogni mattino Bod fa colazione con le buone cose che prepara la signora Owens. Poi va a scuola e ascolta le lezioni del maestro Silas. E il pomeriggio passa il tempo con Liza, sua compagna di giochi. Bod sarebbe un bambino normale. Se non fosse che Liza è una strega sepolta in un terreno sconsacrato. Silas è un fantasma. E la signora Owens è morta duecento anni fa. Bod era ancora in fasce quando è scampato all'omicidio della sua famiglia gattonando fino al cimitero sulla collina, dove i morti l'hanno accolto e adottato per proteggerlo dai suoi assassini. Da allora è Nobody, il bambino che vive tra le tombe, e grazie a un dono della Morte sa comunicare con i defunti. Dietro le porte del cimitero nessuno può fargli del male. Ma Bod è un vivo, e forte è il richiamo del mondo oltre il cancello. Un mondo in cui conoscerà l'amicizia dei suoi simili, ma anche l'impazienza di un coltello che lo aspetta da undici lunghissimi anni... 


Che Gaiman non deluda (se non in eccezionali casi ma, anche in quelli, i difetti sono soggettivi) è ormai un fatto appurato, e questo libro ne è solo l'ennesima prova. 
Ho letto questo libro in un momento di sconforto totale, in quel che si definisce "blocco del lettore", dovuto alla moltitudine di cose che stanno accadendo nella mia vita e ovviamente al caldo torrido protagonista delle ultime settimane. Infatti ci ho messo molto a leggerlo - quasi una settimana - sebbene il libro non abbia una mole notevole. Nonostante questo, però, il lato positivo è stato che Bod - il nostro protagonista - mi ha tenuto compagnia per diversi giorni, rendendomi partecipe delle sue avventure in compagnia di personaggi defunti da tempo, vampiri millenari, streghe e ghoul, confraternite segrete e cimiteri antichi...

- E funziona? Siamo più felici, da morti?  
- Certe volte. Ma in genere no. È come chi crede che se va a vivere da qualche altra parte sarà felice, ma poi scopre che non è così che funziona. Ovunque tu vada, porti sempre te stesso con te.

Gaiman, con Il figlio del cimitero, riconferma la sua abilità di "scrittore dell'immaginifico", capace di creare, in poche pagine, mondi tanto surreali quanto reali; onirici eppure così tangibili... In questo libro gli elementi cari al nostro talentuoso scrittore ci sono tutti: i cimiteri, le atmosfere lugubri e oniriche degne di Tim Burton, personaggi tanto bizzarri quanto spaventosi... Insomma, proprio un libro da leggere ad agosto, non trovate?

"Ma tu no; tu sei vivo, Bod. Questo significa che hai potenzialità infinite. Puoi fare qualsiasi cosa, realizzare qualsiasi cosa, sognare qualsiasi cosa. Se tu cambi il mondo, il mondo cambierà. Potenzialità. Quando si muore, è tutto concluso. Finito. Hai fatto quel che hai fatto, sognato il tuo sogno, scritto il tuo nome. Potrai essere sepolto qui, potrai persino camminare. Ma quelle potenzialità saranno esaurite."

I personaggi di questo libro sono, come tutti i personaggi creati da Gaiman, coraggiosi e indimenticabili, capaci di rivelare un'umanità efferata e dolorosa, reale e meravigliosa. I messaggi scritti tra le righe di questo libro sono in grado di cambiarti dall'interno, senza che tu te ne accorga, come Gaiman e altri pochi riescono a fare. Si parla infatti di morte, di dolore, perdita e abbandono. Temi tutt'altro che semplici da trattare senza cadere in luoghi comuni e senza rivelare scontatezze e banalità. Temi tabù nella nostra società che richiedono quasi un timore reverenziale nei loro confronti, perché si ha paura dell''ignoto, di ciò che non si conosce e di cui si teme persino l'esistenza. Gaiman riesce a esporli in maniera sublime e poetica, con una delicatezza meravigliosa e struggente, come solo lui riesce a fare.
Inutile rivelare che la fine mi ha commosso. Un altro aspetto tipico di Gaiman è infatti quello di essere crudelmente reale e per questo meraviglioso.

"Voglio vedere la vita. Voglio stringerla tra le mani. Voglio lasciare un'impronta sulla sabbia di un'isola deserta. Voglio giocare a pallone con la gente. Voglio... Voglio tutto." 

Il figlio del cimitero si rivela dunque un romanzo di formazione destinato ad un pubblico giovane ma, come spesso accade, nasconde insegnamenti e poesia che solo un cuore più anziano, più temprato dalle asperità della vita riesce a percepire. 


  VOTO:
 

A presto, Viandanti



7 Commenti

  1. Sono passati anni dalla lettura di questo libro e ancora ricordo bene la storia! Un libro bello bello!

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    1. Concordo! L'abilità di uno scrittore si vede proprio in questo: nel mantenere, a distanza di anni, un vivido ricordo. E Gaiman ci riesce benissimo. ❤

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  2. Gaiman è uno di quei scrittori che vorrei leggere... ma ancora devo trovare la giusta occasione ;)

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    1. Devi assolutamente recuperare! Te ne innamorerai, Gaiman riesce a conquistare il cuore di chiunque 💓

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  3. Ciao,
    bellissima recensione! Mi ha riportato alla mente tutte le emozioni provate durante la lettura...qualche anno fa.
    Mi è piaciuto moltissimo questo libro, come sempre accade con Gaiman e sono tutt'oggi felicissima di averlo preso in biblioteca per la prima volta, per caso. Una casualità che mi ha davvero segnata, perché adoro questo scrittore.
    È infatti proprio da uno dei romanzo di quest'autore che io e mia sorella abbiamo preso ispirazione per il nome del blog😍

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    1. Grazie! In effetti, come te, adoro follemente questo autore, tanto che di lui leggerei persino la lista della spesa.

      Sono passato nel tuo angolino e ho colto infatti subito il riferimento a Stardust, un altro piccolo gioiellino!

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    2. Concordo in tutto e per tutto.

      Grazie mille per essere passato!
      Si, penso anch'io che sia un libro meraviglioso.

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