RECENSIONE | Il codice da Vinci di Dan Brown

Titolo: Il codice Da Vinci | Autore: Dan Brown | Pagine: 523 p. | Anno edizione: 2003 | Editore: Mondadori | Formato: Brossura | Prezzo di copertina: 13,00 €


Sono passati ben tre giorni dalla mia ultima recensione. Ed è estate. La fine del mondo è ormai vicina.

Ebbene sì, è con estrema vergogna che mi presento davanti a voi con la recensione de Il codice da Vinci e ammettendo che, prima di ora, non l'avevo mai letto. Ma oh, meglio tardi che mai. O no? Giusto per precauzione questa recensione si autodistruggerà dopo che l'avrete letta.



     




Trama: Parigi, Museo del Louvre. Nella Grande Galleria, il vecchio curatore Saunière, ferito a morte, si aggrappa con un ultimo gesto disperato a un dipinto del Caravaggio, fa scattare l'allarme e le grate di ferro all'entrata della sala immediatamente scendono, chiudendo fuori il suo inseguitore. L'assassino, rabbioso, non ha ottenuto quello che voleva. A Saunière restano pochi minuti di vita. Si toglie i vestiti e, disteso sul pavimento, si dispone come l'uomo di Vitruvio, il celeberrimo disegno di Leonardo da Vinci. La scena che si presenta agli occhi dei primi soccorritori è agghiacciante: il vecchio disteso sul marmo è riuscito, prima di morire, a scrivere alcuni numeri, poche parole e soltanto un nome: Robert Langdon.

Di questo libro ne ho sentito parlare praticamente da sempre. Quando uscì la prima volta in Italia andavo alle elementari... Ma non soffermiamoci ulteriormente su questo aspetto.

Letto - o piuttosto, divorato - in poco più di due giorni, Il codice da Vinci è stato il mio primo approccio a Brown, approccio che gli ha garantito un posto nei miei libri preferiti.
La storia di questo libro credo sia nota anche agli opossum, perciò non starò qui a dilungarmi su quest'aspetto. Vorrei però darvi le mie impressioni - e riflessioni - che sono scaturite da questo meraviglioso romanzo.

"Spiegare a qualcuno il “significato” di un simbolo era come spiegargli ciò che doveva provare ascoltando un brano musicale: era una sensazione che mutava da persona a persona."

Leggendo il romanzo mi sono trovato a capire perché questo libro è tanto amato quanto discusso. Parlare di un argomento così ampiamente trattato come quello del Graal e del Cristianesimo e tutto ciò che fa da contorno non è semplice, e si rischia di cadere nel banale. Eppure l'autore c'è riuscito magnificamente. Brown è un genio nel creare misteri coerenti e meravigliosamente elaborati, di una ricchezza tessile degna di un ragno. I fili intrecciati dall'autore sono collegati magnificamente, riuscendo a creare così continui e magnifici colpi di scena coerenti e per nulla scontati o banali.

«Sono il mistero e la meraviglia a muovere le nostre anime, non il Graal in se stesso. La bellezza del Graal sta nella sua natura inafferrabile.»

Gli argomenti trattati da Brown, le teorie da esso esposte sono ovviamente da prendere con le pinze, ma resta il fatto che, nonostante la scarsa veridicità di queste, Brown è riuscito a renderle perfettamente credibili, comprensibilmente affascinanti e clamorose, capaci di far vacillare le certezze anche della mente più acuta. La storia millenaria della Chiesa Cattolica è senza dubbio ricca di segreti oscuri e nascosti e, cattolici o meno, i continui scandali dall'alba della sua nascita sono dolorosamente evidenti.

I personaggi tessuti da Brown sono coerenti, forse un po' troppo inverosimili a volte, ma comunque affascinanti. Ho amato il personaggio di Teabing, la sua personalità, il suo comportamento destabilizzante e persino le sue motivazioni - ma non per questo giustificabili. Personaggio machiavellico  per definizione, è stato secondo me è il personaggio meglio creato in tutto il romanzo. Senza nulla togliere comunque al professor Langdon, personaggio che ho adorato per il suo genio e la sua personalità distaccata e affascinante. Non ho particolarmente apprezzato la co-protagonista, Sofie, l'ho trovata inverosimile e spesso incoerente, di un'infantilità disarmante.

«Le sopravvivenze della religione pagana nella simbologia cristiana sono innegabili. I dischi solari egizi divennero le aureole dei santi cristiani. Le immagini di Iside che allatta il figlio Horus, divinamente concepito, divennero il modello per le immagini della Vergine Maria che allatta Gesù Bambino. E virtualmente tutti gli elementi del rito cattolico – la mitra, l’altare, gli inni e la comunione, ossia l’atto di “mangiare Dio” – sono stati presi direttamente dalle precedenti religioni misteriche pagane.»

Sebbene io abbia amato questo romanzo, non è comunque esule da difetti. Lo stile di Brown l'ho trovato asciutto e distaccato, essenziale ai fatti narrati, quasi come se fosse un romanzo verista. I continui cambi di punto di vista dei personaggi, sebbene aiutino a capire meglio la storia, dopo un po' risultano inutili e ripetitivi, poiché ripercorrono stessi tratti della trama, ma sotto il punto di vista di un altro personaggio. Insomma, va bene il cambio di scena e di ambientazione - e quindi di personaggio -, ma cambiare punto di vista tre volte in una stessa scena rischia di annoiare. Ma questi sono gusti personali.

"La dea era nel giardino, in quel momento. Danzava nella pioggia, cantava le sue eterne canzoni, occhieggiava dai rami come per ricordare a Langdon che il frutto della conoscenza cresceva appena al di là della sua portata."

Ho particolarmente apprezzato lo stampo in parte femminista del libro, il messaggio finale - spogliato dalle teorie all'interno - che ha voluto trasmettere. La riscoperta del sacro femminino che, per l'epoca in cui il romanzo è stato scritto, è stato davvero un valore aggiunto.

Un romanzo sicuramente da leggere, che non può mancare nella libreria di un appassionato di simbologia ed esoterismo, misteri e scandali ecclesiastici. Un libro che deve essere letto, non tanto per le teorie riportare, tanto quanto l'apertura mentale che, in un modo o nell'altro, il romanzo riesce a dare al lettore. 


  VOTO:

A presto, Viandanti


3 Commenti

  1. Ok, io ero incinta di mio figlio quando questo libro è uscito e l’ho letto nelle insonni notti da donna gravida. Mi consola il fatto che la Bacci rimane comunque più vecchia di me! Per quanto riguarda te, benvenuto nel tunnel di Robert Langodon!

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