RECENSIONE | Prendiluna di Stefano Benni

Titolo: Prendiluna | Autore: Stefano Benni | Pagine: 224 p. | Anno edizione: 2017 | Editore: Feltrinelli | Formato: Brossura/Ebook | Prezzo di copertina: 16,50 € 


Buon sabato, Viandanti! Come state? Torno dal Regno dell'Oblio con - finalmente - una nuova recensione di un libro che ho letteralmente amato. Primo lavoro di Benni che leggo, ma sicuramente non l'ultimo.


     



Trama: Una notte in una casa nel bosco, un gatto fantasma affida a Prendiluna, una vecchia maestra in pensione, una Missione da cui dipendono le sorti dell'umanità. Dieci Mici devono essere consegnati a dieci Giusti. È vero o è una allucinazione? Da questo momento non saprete mai dove vi trovate, se in un mondo onirico farsesco e imprevedibile, in un incubo Matrioska o un Trisogno profetico, se state vivendo nel delirio di un pazzo o nella crudele realtà dei nostri tempi. Incontrerete personaggi magici, comici, crudeli. Dolcino l'eretico e Michele l'arcangelo, forse creature celesti, forse soltanto due matti scappati da una clinica, che vogliono punire Dio per il dolore che dà al mondo. Un enigmatico killer-diavolo, misteriosamente legato a Michele. Il dio Chiomadoro e la setta degli Annibaliani, con i loro orribili segreti e il loro disegno di potere. E altri vecchi allievi di Prendiluna, Enrico il bello, Clotilde la regina del sex shop, Fiordaliso la geniale matematica. E il dolce fantasma di Margherita, amore di Dolcino, uccisa dalla setta di Chiomadoro. E conosceremo Aiace l'odiatore cibernetico e lo scienziato Cervo Lucano che insegna agli insetti come ereditare la terra. Viaggeremo attraverso il triste rettilario del mondo televisivo, e la gioia dei bambini che sanno giocare al Pallone Invisibile, periferie desolate e tunnel dove si nascondono i dannati della città. Conosceremo Sylvia la gatta poetessa, Jorge il gatto telepatico, Prufrock dalle nove vite, Hamlet il pianista stregone, il commissario Garbuglio che vorrebbe diventare un divo dello schermo e lo psichiatra depresso Felison. Incontreremo l'ultracentenaria suor Scolastica, strega malvagia e insonne in preda ai rimorsi, i Bambini Assassini e i marines seminaristi. Fino all'università Maxonia, dove il sogno diventerà una tragica mortale battaglia e ognuno incontrerà il suo destino, Prendiluna saprà se la Missione è riuscita, l'arcangelo Michele combatterà il suo misterioso fratello-nemico e Dolcino sfiderà Dio nella sua alta torre, per portargli la rabbia degli uomini. E ci sveglieremo alla fine sulla luna, o in riva al mare, o nella dilaniata realtà del nostro presente.


È con doverosa mestizia che devo confessare che, prima di leggere questo libro, io di Benni non conoscevo neppure l'esistenza. Questa volta, ma solo per questa volta, vi do il diritto di flagellarmi. 

"Ogni notte è meravigliosa quando torni vivo da un campo di battaglia, o esci da un ospedale, o lasci una prigione, bella è la gioia degli scampati, dei guariti, dei salvi, anche se sarà breve."

Trovare un autore di questa portata è già difficoltoso, ancor di più in Italia, eppure, come spesso accade, le cose migliori si trovano per caso, non gli si dà peso né si rende loro giustizia. Quello di Benni è un libro di difficile categorizzazione, e di ancor più difficile argomentazione. Non è semplice parlare di filosofia - e questo libro ne è pieno - ma proviamoci. 

"Sapeva guarire. Aveva salvato molte persone. Ma non poteva salvare se stesso."

Partiamo dalla trama. Una vecchia maestra in pensione che una notte riceve visita dal fantasma del suo defunto gatto, il quale le assegna una missione importantissima: quella di consegnare i suoi Diecimici a dieci persone che ne siano degne: i Giusti, così da salvare l'intera umanità. Ad ostacolarla la misteriosa setta degli Annibaliani, che da sempre governa il mondo. Una storia che a prima vista potrebbe risultare semplice, lineare, coerente. Ma, come spesso accade, l'apparenza, la realtà oggettiva, è solo lo specchio di una realtà molto più profonda nascosta al suo interno. Quella che ci viene raccontata, infatti, non è affatto una storia semplice, ma una storia talmente farsesca da essere vera. Un viaggio onirico alla ricerca della verità. Ma qual è la verità? Chi ha il diritto e la responsabilità di definire cosa è reale e cosa non lo è? 

"La verità non è una cosa che si porta in tasca e si mostra, non è una lucetta che ti si accende sulla fronte segnalando “ecco, sta dicendo il vero”.
Noi vorremmo stringerla in pugno, chiuderla in una scatola o in una cella. Ma la verità è un fiato nel buio. Bisogna avere la pazienza di ascoltare, poco alla volta distingui le parole, e lei appare. E quando la verità alza la voce e urla troppo forte, allora qualcuno si chiude le orecchie oppure spara per farla tacere."

Viviamo in un tempo e un contesto storico dove la verità ha lasciato il posto alle false verità, ad incertezze che caratterizzano la nostra società e il nostro vivere. Benni lancia così uno sguardo sprezzante e disilluso alla nostra epoca, usando metafore e allegorie che solo una mente geniale come la sua può partorire. Dotato di una satira leggera e meravigliosa, ma crudele e ben piazzata, Benni ci mette davanti, con forza, agli orrori del nostro presente. Con un'ironia tale da essere letale e un sarcasmo sottile e affilato, ci mostra la nostra realtà disincantata e decadente, cosparsa di illusioni e falsi miti, di negligenza e superficialità, a cui noi stessi non ci rendiamo conto di contribuire. 

"Perché nella mia notte insonne torna la rabbia? Perché il fiume dei ricordi non scorre, ma si ferma in pozze profonde, in cui di nuovo annego? È bastato tornare in quel luogo e una luce spietata si è accesa, nel teatro della mia memoria. Bisogna andare avanti, dicono quelli che credono di sapere cos’è la vita. Io dico: bisogna tornare indietro, per capire come, quanto e fino a quando abbiamo amato. Questo riempirà nuovamente la nostra piccola testa di delirio e furore. Allora qualcuno ci spiegherà che siamo pazzi, e dirà: raccontaci, così capiremo perché. Io rispondo: non c’è un perché, solo qualcosa che manca, la pazzia è questa mancanza, è il pezzo tagliato via, prezioso, insostituibile. E fa male." 

La padronanza della lingua si nota sin dalla prima pagina. Benni è un profondo conoscitore, estimatore e cultore della lingua tanto da plasmarla a suo piacimento. La ricchezza del suo stile è data dalla capacità di creare neologismi tessuti ad arte, come in un arazzo complesso e di una trama fittissima. Parole che sono poesia, musica, pura arte visiva. Poesie che egli stesso ha inserito in alcune parti del romanzo, di una sensibilità spiazzante e crudele, come del resto lo è tutta l'opera. 

“Le persone non possono essere sostituite, e così non esisterà mai l’erede di De Andrè, per esempio, anche se questo aumenta il rimpianto. Ma l’unicità, ciò che caratterizza o ha caratterizzato ognuno di noi, è una cosa che ogni artista dovrebbe sempre ricercare”.

Prendiluna è un libro che deve essere letto, che non può e non deve rimanere anonimo e in disparte. Perché vi farà ridere, piangere e riflettere come solo un grande filosofo e poeta come Benni può fare. 

"I numeri ordinano il mondo, ma abbiamo bisogno anche di disordine, sogni e patatine fritte."


  VOTO:
 

A presto, Viandanti





2 Commenti

  1. Eccomi! Io ho sicuramente bisogno di patatine fritte e, a quanto pare, anche di togliere questo libro dallo scaffale e, finalmente, leggerlo.
    Alla prossima,
    Stefi

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    1. Di patatine fritte non ce ne sono mai abbastanza!
      Si, devi, perché voglio sapere cosa ne pensi! ❤

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