RECENSIONE | Il fantastico viaggio di Stella di Michelle Cuevas

Titolo: Il fantastico viaggio di Stella  | Autore: Michelle Cuevas | Pagine: 223 p. ill. | Anno edizione: 2018 | Editore: De Agostini | Formato: Rilegato/Ebook | Prezzo di copertina: 13,90 €

Buon lunedì, Viandanti! Come state? Io oggi andrò a visitare - finalmente - la mostra di Harry Potter a Milano! Ovviamente aspettatevi un piccolo resoconto qui sul blog. Ma cenci alle bende, oggi vi parlo di un libro meraviglioso che mi è stato gentilmente offerto dalla De Agostini, con cui ovviamente colgo l'occasione per ringraziare ancora.


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Trama: Stella ha undici anni e una passione sconfinata per l'astronomia. Gli astri sono infatti l'unica cosa che ancora la lega al padre, la cui morte ha lasciato un vuoto incolmabile dentro di lei. Così una sera si apposta fuori dalla NASA per incontrare il celebre scienziato Carl Sagan, ma tornando a casa si accorge che qualcosa la sta seguendo. È un buffo esserino nero con due occhi profondi come galassie e l'eccezionale potere di far sparire qualsiasi oggetto gli si avvicini. Stella decide di portare la strana creatura a casa con sé e, dopo averla ribattezzata Larry e studiata a lungo, capisce che… il suo nuovo animale domestico è un buco nero! La cosa sembra spaventosa, ma ha anche molti lati positivi. Per esempio, Stella può far sparire gli odiosi cavoletti di Bruxelles che sua madre la costringe a mangiare a cena, ma soprattutto, grazie a Larry, può far sparire i ricordi di suo padre, e forse smettere di soffrire. Il tempo passa, e Larry diventa sempre più grande. Finché un giorno anche il cane di Stella viene inghiottito, e a lei non resta che attraversare il buco nero. A bordo di una vasca da bagno trasformata in navicella spaziale, Stella parte per un avventuroso viaggio nell'ignoto. Un viaggio in cui, ripercorrendo tutti i ricordi del padre, capirà che in fondo il vero buco nero è dentro di lei e l'unico modo per chiuderlo è affrontarlo.


Non è mai semplice parlare del dolore di una perdita. Si rischia di cadere in indelicati luoghi comuni, frasi fatte e di circostanza, senza peso, senza importanza. Ma questo libro è riuscito a parlarne con una tale delicatezza e una tale poesia da essere meravigliosamente commovente. 
Una storia di amicizia, di perdita e di amore. Di accettazione del dolore come parte di noi stessi perché, alla fine dei giochi, sarà proprio questo dolore con cui dovremo metterci faccia a faccia e affrontarlo, per riuscire ad uscire dal "buco nero" in cui siamo caduti e, spesso, rimasti troppo a lungo. 

"Erano cose nostre, le battute che capivamo solo noi, i nostri piccoli ricordi, di quelli che ti entrano perfettamente in tasca - di quelli che poi ritrovi, come una banconota dimenticata in una giacca che non indossavi dalla primavera precedente."

Nonostante sia il primo libro che leggo di quest'autrice, devo ammettere che me ne sono innamorato. La sua prosa è di una delicatezza materna, quasi come una carezza. In poco più di duecento pagine ha saputo racchiudere un interno universo (e chi leggerà, o ha già letto, il libro capirà questo gioco di parole) fatto di ricordi, amore, famiglia, dolore, morte, accettazione, crescita.

"Magari tutto quello che potevo fare era sbarazzarmi delle cose che mi ricordavano quei momenti. Magari, col tempo, non sarebbe rimasto più nulla per cui essere triste. Valeva la pena provare."

Il viaggio che Stella compie all'interno della storia è un viaggio che molti hanno compiuto, e che molti stanno ancora affrontando. Un viaggio oscuro e invisibile, intangibile ma reale, come il dolore. 
Un viaggio in cui noi, insieme ad altri più o meno bizzarri compagni, affronteremo insieme a Stella, seguendola fra pianeti di carta, astronavi fatte di cianfrusaglie, e oggetti galleggianti non meglio identificati. Oggetti che, però, hanno tutti una loro funzione, una loro storia, un loro posto nel mondo e nella stessa protagonista. 

"Una persona non può essere fatta solo dei suoi lati migliori. A una persona, per essere una persona, devi permettere di avere anche un est, un ovest e un sud. Senza i lati fastidiosi si rischia di perdere qualcosa di vitale, il suo autentico nord."

Ho amato profondamente Stella, un personaggio dinamico, ilare e imperfettamente umano. Una ragazzina senza nessuna peculiarità, nessun superpotere o inverosimile goffaggine tipica dei romanzi volti ad un target di ragazzi. Una protagonista reale e meravigliosamente umana, in cui ognuno di noi può ritrovarsi.

Lo stile ironico e ilare che permea tutto il racconto, narrato in prima persona dalla stessa protagonista, rende piacevole e scorrevole la lettura, nonostante i temi affrontati. Ironia affiancata da una malinconica vena poetica, delicata e preziosa, ma senza inutili orpelli da contorno. Una scrittura fluida e lineare, adatta a chiunque voglia leggere una storia metaforicamente ricca e potente.
A corredare la storia ci sono le magnifiche illustrazioni che ricordano i disegni dei bambini: meravigliosi, divertenti e poetici, che danno un tocco in più all'intero libro.

"Ci sarà sempre un buco nero al centro di me stessa, della mia galassia, della mia vita. Ma è mio. Fa parte di me. L'ho affrontato. l'ho addomesticato. L'ho domato. E alla fine l'ho lasciato libero."

  VOTO:


A presto, Viandanti




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