RECENSIONE | Spiderwick. Le cronache - Il nuovo mondo di Holly Black e Tony DiTerlizzi

Buon martedì, Viandanti! Come state? Per me oggi è una di quelle giornate pesanti, in cui alzarsi dal letto diventa un'epopea, con la sensazione di spossatezza mista a tedio che ti accompagna per tutta la giornata... Ma visto che il mese sta per giungere al termine (solo io ho la sensazione che il tempo stia passando più veloce del solito?) e considerando che ho un po' di recensioni da scrivere e libri da leggere, non potevo procrastinare la mia tabella di marcia, che oggi prevedeva la recensione della trilogia che conclude la saga di Spidewick. Perciò bende alle cencie, cominciamo.

   
     Titolo: Spiderwick. Le Cronache - Il nuovo mondo
Autore: Holly Black, Tony DiTerlizzi
Prezzo di copertina: 7,50 €
Pagine: ca. 180 a libro 
Editore: Mondadori

Trama: Nella nuova serie, le Cronache di Spiderwick lasciano l'affascinante New England per approdare nel divertente quanto diabolico mondo incantato della Florida. L'incontro con un impaurito mostriciattolo verde vicino a casa sarà per Nicholas e la sorellastra Laurie l'occasione per tuffarsi in una nuova stupefacente avventura. Ma i due ragazzi dovranno usare tutte le loro conoscenze fantastiche per fermare la furia devastatrice di un gruppo di giganti prima che tutta la Florida prenda fuoco.

Devo ammettere che dopo aver finito la pentalogia principale di questa saga ero un po' timoroso di cominciare questa trilogia. I forti dubbi nati da recensioni non entusiasmanti e da pareri di persone che mi dicevano che non era all'altezza della serie principale mi avevano un po' messo in guardia. Ma come ben sappiamo, io devo sempre navigare controcorrente: quando un libro piace a chiunque a me raramente fa il medesimo effetto, e viceversa quando un libro non piace di solito sono uno dei pochissimi che se ne innamora. Ma ognuno ha le sue, no? 
Risultati immagini per spiderwick illustrationsC'è da dire che sì, non è all'altezza della serie principale. Ma per un motivo molto più frivolo e soggettivo: il minor numero di creature magiche rispetto ai primi cinque libri. Mi spiego meglio. Nei primi cinque libri si fa la conoscenza di molte creature del piccolo popolo, alcune più di altre, ovviamente, ma comunque molte di più rispetto a quest'ultima trilogia. Ovviamente questo è un punto a sfavore molto soggettivo, in quanto la trilogia in sé mi è piaciuta tanto quanto la pentalogia. Sono solo differenti, continuative. Non sono da mettere a paragone proprio perché, sebbene la storia sia in parte la medesima, i protagonisti sono diversi (anche se ritroviamo i tre protagonisti anche in questa trilogia), così come il luogo in cui la storia è ambientata. E, aspetto non meno importante, entrambi i gruppi di protagonisti sono più grandi, più maturi. Ed è proprio questa la parola chiave di questa trilogia: maturità. Infatti in questi tre libri la storia si tinge di toni più dark rispetto alla pentalogia. Si dà più spazio all'aspetto psicologico dei personaggi, alle loro paure e titubanze, alle loro speranze e alla loro voglia di crescere, ma anche alla voglia di restare bambini di fronte ai pericoli, perché troppo spaventosi per essere affrontati. Ma la crescita è spesso dolorosa, sofferente, e questo è evidente nella storia che ci viene raccontata. 

Turbamenti familiari, famiglie allargate ed elaborazioni del lutto sono solo alcune delle tematiche affrontate dagli autori, con una delicatezza tale da non risultare pesanti o inappropriati al fine della storia, che è comunque rivolta ad un pubblico giovane. Ci sono alcuni elementi che mi hanno fatto emozionare... l'autolesionismo non è un argomento semplice da trattare, e infatti fortunatamente in questo libro è presente solo in una minuscola parte, che potrebbe passare inosservata a chi non è in grado di riconoscerne i segnali.

Immagine correlata
Le illustrazioni sono magnifiche, come quelle di tutta la saga. DiTerlizzi ha uno stile evocativo e magico, capace di farti immergere nel disegno. Ancor più belle sono ovviamente le illustrazioni a colori, assai poche rispetto a quelle in bianco a nero.

Come giù detto, lo stile si fa più dark in questa trilogia. Le creature magiche sono più egoiste e pericolose di quanto possano sembrare - come abbiamo già constatato nella pentalogia - qui, però, si evidenzia ancor di più questo aspetto. 

La ricchezza di cliché che si denota nella pentalogia è qui quasi assente. Questa trilogia, come il resto della saga, non è certo un capolavoro, nessun colpo di scena spettacolare, una trama ben costruita ma niente di eccezionale. Senza dubbio però godibile e ben scritta, lo stile della Black non si smentisce. Insomma, una bella conclusione per questa saga. 

 VOTO:

A presto, Viandanti


2 Commenti

  1. Ciao :) credo di aver visto un film tratto da questa serie, ma non mi ha entusiasmato e non mi è mai venuta voglia di leggere i romanzi xD

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao! :)
      Anche io feci l'errore di vedere prima il film, ma i libri sono molto meglio! Purtroppo nel film è stato tagliato moltissimo e molto si è perso, ma vale sicuramente la pena dargli un'occasione, se ti piace questo genere. :)

      Elimina