RECENSIONE | Il cimitero senza lapidi e altre storie nere di Neil Gaiman


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TitoloIl Cimitero senza lapidi e altre storie nere
AutoreNeil Gaiman
Editore: Oscar Mondadori
Anno edizione: 2009
Pagine: 224 p.
FormatoBrossura/rilegato
Prezzo di copertina10,50 €

Trama: Nobody Owens cade dal melo ai confini del cimitero, nel terreno sconsacrato dove sono sepolti i malvagi, e decide di donare una lapide alla strega che lo soccorre. Jack incontra un troll sotto il ponte della ferrovia e da quel momento la sua vita sarà legata a un terribile patto di morte. Un nobile cavaliere trova il Santo Graal nel salotto di una vecchina che non ha alcuna intenzione di spostarlo dal suo grazioso caminetto. Tra l'horror, il fantasy e il giallo hard boiled, undici racconti per rabbrividire e sorridere. Racconti che, come scrive lo stesso Gaiman, sono "viaggi fino all'estremo opposto dell'universo che puoi fare con la certezza di essere di ritorno per l'ora di cena".


Ma come si fa a fare la recensione di una raccolta di racconti? È già difficile esprimere il proprio pensiero per una sola storia, figuriamoci undici. E poi non bisogna svelare troppo, per non far perdere il gusto di leggerlo...
Beh, non mi resta che provare.

"I racconti che leggi quando hai l’età giusta non ti abbandonano mai davvero. Magari ti dimentichi chi li ha scritti o come si intitolava la storia. A volte ne dimentichi la trama, ma se un racconto arriva a toccarti ti resterà accanto, infestando quei luoghi della mente che visiti molto di rado."

Questo è stato il primo libro che lessi di Gaiman, che me ne fece innamorare e adorare. Ricordo ancora l'esatto momento e luogo dove lo comprai, un ricordo indelebile e importante nella mia vita da lettore. Fu amore a prima lettura.
Gli anni sono passati, e di Gaiman ho letto altre storie, facendomi un'idea sul suo stile come scrittore, come poeta e come artista. Lo stile di Gaiman è inconfondibile. Come ho già scritto in un precedente post, sarebbe in grado di farti apprezzare persino l'etichetta del retro di uno shampoo, se fosse lui a scriverla...
«È come chi crede di essere felice andando a vivere da qualche altra parte, ma poi impara che non è così che funziona. Ovunque tu vada, porti te stesso con te.»

Rileggendo queste storie posso affermare senza malizia che questa raccolta non è il meglio che quest'autore ha da offrire. Ci sono racconti che sono meravigliosi, che hanno lasciato qualcosa dentro di me; altri che... beh, non sono poi così belli. Ma come si suol dire, de gustibus... Sicuramente troverete quello (o quelli) che vi farà (o faranno) battere il cuore. Ne sono sicuro.

"Aveva letto libri, giornali, riviste. Sapeva che, se scappi, a volte incontri gente cattiva che ti fa cose brutte; ma aveva letto anche delle fiabe, per cui sapeva che in giro c’erano pure persone gentili, accanto ai mostri."

Questi racconti hanno una cosa in comune: la magia. No, non quella di hollywood o di Harry Potter (i fan non me ne vogliano, HP piace anche a me), ma la magia vera, reale. Quella che ti fa emozionare, vedere cose che a mente razionale non riesci a comprendere, figuriamoci vederle. Gaiman è capace di creare magia, di darti gli strumenti per riuscire a vederla e assaporarla, attraverso le sue storie. È un libro che te la lascia addosso, la magia.

Molti non l'hanno apprezzato per via di alcuni racconti non troppo espliciti, lasciati quasi a galleggiare nella mente dell'autore, senza però riuscire a tirarli fuori del tutto. Beh, non posso certo dar loro torto: i racconti di Gaiman parlano un linguaggio irrazionale, della fantasia, che comunicano direttamente alla nostra anima e ci smuovono le corde che sono all'interno, senza che noi ce ne accorgiamo.

"Ricorda: i giganti hanno un sonno troppo profondo;
le streghe sono spesso tradite dai loro appetiti;
i draghi hanno una debolezza,
da qualche parte, sempre;
i cuori possono essere ben celati,
e li tradisci con la tua lingua."

   VOTO: 

Ho fatto un uso spropositato di puntini di sospensione da fare invidia ad un cinquantenne su Whatsapp. Siate clementi. Ognuno attraversa periodi difficili... L'avete capita?

Ok, dopo questa vado a nascondermi in Messico. Ci rivedremo, un giorno. Forse.

A presto, miei amati Viandanti

Midori, il futuro messicano

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