RECENSIONE | Nina la bambina della Sesta Luna di Moony Witcher


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Titolo: Nina la bambina della Sesta Luna
Autore: Moony Witcher
Editore: Giunti junior
Anno edizione: 2017
Pagine: 308 p., ill.
Formato: Brossura
Prezzo di copertina5,90 €

Trama: Nina fa la quinta elementare e vive con le zie a Madrid perché i suoi genitori hanno un incarico importante che li porta all'estero di continuo. Tutto appare normalissimo all'inizio, meno quella strana voglia a forma di stella sulla mano destra assolutamente identica a quella del suo amato nonno Misha, un grande alchimista che vive a Venezia. Sarà un segno del destino? Quale futuro aspetta Nina? L'alchimia, lo studio, un mondo sconosciuto... una vita completamente nuova che comincia una notte, all'improvviso, con la morte misteriosa del nonno. Nina raggiunge Venezia, accompagnata dal cane Adone e dal gatto Platone, pronta a capire cosa stia succedendo. E ancora non sa che dovrà salvare la Sesta Luna dal perfido Conte Karkon Ca' d'Oro e dai suoi bambini androidi, aiutata (per fortuna!) da quattro amici di Venezia, un androide di nome Max e uno Sbacchio. Ma che cos'è uno Sbacchio? Basta cominciare a leggere..


"Una bambina dall'aspetto fragile 
e dalla mente acuta 
coglie di slancio l'eterna sfida
tra il Bene e il Male: il suo grande amore per la vita
e una curiosità senza limiti
sono le armi per comprendere
e poi sconfiggere il Mondo Buio
per dare spazio al Mondo della Luce. 

Dove la fantasia e la magia, nient'altro, 
possono creare la realtà..."

Sono sempre stato dell'idea che non esistano "libri per bambini" e "libri per adulti": esistono libri scritti bene e libri scritti non poi così bene; storie meravigliose e storie stereotipate e piatte. Il pubblico a cui è rivolto poco importa, a mio parere.
Ecco, questo libro rientra nella seconda categoria, quella delle storie stereotipate e piatte. La storia in sé mi è piaciuta, non lo nego, ma devo ammettere che non è stata una lettura particolarmente accattivante. Ok, è un libro per bambini/preadolescenti, ma ciò non giustifica alcune scelte dell'autrice. Esistono moltissimi libri "per bambini" che sono dei veri e propri capolavori.

Partiamo dalla trama: una bambina di dieci anni che scopre di essere una maga alchimista, predestinata a salvare un mondo magico minacciato dal cattivo di turno -anch'esso mago alchimista - che vuole impadronirsene per diventare il mago più potente dell'Universo. Fine della trama.
Gli elementi fantasy ci sono un po' tutti: pozioni magiche per ogni evenienza possibile (Professor Piton who?), animali di un altro mondo con poteri straordinari e invincibili che manco i pokémon, protagonista stereotipato predestinato a compiere eroiche gesta e a salvare il mondo nell'eterna lotta fra Bene e Male.
Da dire c'è che la fantasia all'autrice non manca di certo, e forse ce ne mette anche troppa, dato che la povera Nina solo per entrare nel suo laboratorio alchemico segreto deve recitare ogni volta tremila formule e usare un sacco di oggetti magici... Ma un semplice accesso a riconoscimento vocale e/o oculare era troppo costoso? Eppure i maxi computer non mancano... E poi, va bene l'alchimia, ma far bere il mercurio liquido a dei bambini? Seriously?
Ad ogni modo, ho apprezzato l'elemento caratterizzante dell'intera saga che l'autrice ha voluto inserire, e cioè la fusione tra scienza e magia. Se non fosse stato per quest'aspetto non così scontato, non credo che sarei andato avanti nella lettura.

Lo stile di scrittura di Moony Witcher non mi ha particolarmente entusiasmato. È scorrevole, certo, ma l'ho trovato un po' asciutto. Spero però che questa sia stata una scelta oculata dell'autrice per mantenere coerente lo stile di scrittura con il personaggio di Nina che, ricordo, ha solo dieci anni. Vedremo nei prossimi libri.
Un'altra cosa che non ho apprezzato è il concetto troppo definito e netto tra Bene e Male, scelta che impone a chi scrive un libro di dover stereotipare troppo i personaggi, come infatti è accaduto.

I personaggi li ho trovati piatti, noiosi e a volte quasi identici, come se non avessero una personalità ben definita.
L'unico personaggio  con un po' di personalità rispetto agli altri è proprio la nostra protagonista, Nina, che personalmente ho a tratti odiato. L'ho trovata superficiale, impertinente, arrogante e boriosa. E con l'empatia di un sasso. In alcuni punti l'avrei picchiata io stesso, per come tratta quelli che definisce suoi "amici". Spesso ho trovato il suo personaggio troppo maturo per la sua età: alcuni ragionamenti e riflessioni erano complicati e sicuramente non raggiungibili da una bambina di dieci anni. Spero anche qui in un'evoluzione dei personaggi (e soprattutto di Nina) nei prossimi libri.

Insomma, la storia in sé non è malvagia, mi è piaciuta e sicuramente andrò avanti a leggere le avventure di Nina, sperando di non rimanerne deluso, considerando che è una saga amatissima in Italia, tanto da definire Moony Witcher la "J. K. Rowling italiana".

E ricordate, Locandieri, il Tempo serve, ma non esiste.


  VOTO:

2 Commenti

  1. Io lessi questo libro quando avevo circa 10/11 anni (quindi più di una decina di anni fa), ricordo che all'epoca mi piacque, ma mi rendo conto che quello che me lo fece piacere furono le ambientazioni (anche perchè si vede che l'autrice ci ha messo impegno per inventarsi tutte le varie pozioni, animali e piante magiche, ingredienti alchemici, nonché pure l'alfabeto), il tema dell'alchimia, che in effetti come elemento era originale, e l'avventura in sè.
    Ripensandoci ora la parte più debole rimangono probabilmente i personaggi, soprattutto gli amici della protagonista, di cui ormai non ricordo neppure i nomi (mi ricordo però quello della tata di Nina), poiché non avevano alcuna caratteristica particolarmente eclatante, inoltre non mi pare che l'autrice avesse mai spiegato nulla di loro (ad esempio cosa facevano quando non erano con Nina, riguardo le loro famiglie, i loro hobbie). Nina all'epoca non mi dispiaceva neanche come protagonista, mentre gli antagonisti, pur non essendo molto sfaccettati e complessi, tutto sommato facevano il loro dovere di cattivi.

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  2. Io lessi il primo libro quando facevo all'incirca la quarta o la quinta elementare. Ricordo che ero incuriosita dal personaggio di Nina, dal fatto che avesse quella strana stella sulla mano e sul suo significato. Mi incuriosí molto il fatto che una ragazzina così piccola avesse sulle spalle il peso di salvare l'Universo dal male perchè i bambini per antonomasia sono troppo piccoli per avere delle grandi responsabilità. Anche a me piacque molto l'associazione tra magia e alchimia, l'ho trovata anche io un'idea geniale. Forse sto dicendo una cosa ovvia, ma leggere un libro da bambini è diverso dal leggerlo da adulti. Quando leggi un libro da bambino non fai tanto caso ai particolari, piuttosto alla trama e alla narrazione. Quando sei adulto i particolari li guardi eccome. Anche io penso che alcuni personaggi andavano approfonditi. Ad esempio non sappiamo nulla dell'antagonista, del suo passato, ma solo che vuole ottenere il potere ed il perchè di tutta questa brama di potere non mi è mai stata chiara. A parte che da piccola non mi stavo ad interrogare su tutto ciò, piuttosto ero una che guardava l'apparenza. Mi spaventava assai l'aspetto dell'antagonista. Detto questo, ai bambini hanno voluto spiegare il significato del bene e del male con questo libro e credo che sia un tema, anche se forse mal riuscito, che andava affrontato. Peccato che questo tema sia molto complesso e per spiegarlo ad un bambino ci vogliano delle metafore non banali. Non so adesso se il risultato sperato sia stato raggiunto, non ricordo neanche molto di quanto ho letto, comunque ricordo che avevo a cuore questo libro, anche perchè mi ha fatto viaggiare portandomi sull'Isola di Pasqua ed in Egitto e facendomi immergere in quelle atmosfere a me lontane ed estranee.

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