Buon pomeriggio, Viandandi! Allora, come state? State sopravvivendo a questa torrida estate primavera? Io agonizzo, ma sopravvivo.
Piuttosto, quello di cui vi andrò a parlare è il primo manga che recensisco e devo ammettere di sentirmi un po' impreparato nel recensirlo. Ma vedremo cosa ne uscirà.
Piuttosto, quello di cui vi andrò a parlare è il primo manga che recensisco e devo ammettere di sentirmi un po' impreparato nel recensirlo. Ma vedremo cosa ne uscirà.
Titolo originale: Genkaku Picasso
Titolo italiano: Genkaku Picasso
Nazionalità: Giappone
Casa Editrice: Shueisha
Autore: Usumaru Furuya
Genere: Shounen, avventura, psicologico, scolastico, soprannaturale
Anno: 2008Volumi: 3 (completato)
Trama: Dopo essere miracolosamente scampato ad un terribile incidente con un elicottero, Hikari "Picasso" Haruma scopre che può aiutare la gente con la sua arte. Chiaki Yamamoto è invece morta durante l'incidente ed è tornata sulla terra sotto forma di angelo. La tesi di Chiaki è che Picasso sia morto durante lo scontro, ma Dio abbia voluto salvarlo in quanto artista fenomenale a patto che, attraverso la sua arte, salvi a sua volta vite umane. L'abilità di Picasso è quella di creare un quadro che simboleggia il problema di una persona, entrarvi e scovare la possibile soluzione.
Questo manga mi è stato prestato da il mio migliore amico, sostenendo che mi sarebbe sicuramente piaciuto e così, fidandomi, ho deciso di leggerlo. Beh, posso dirvi che è stata una piacevole sorpresa, ma che non mi ha entusiasmato come pensavo.
Partiamo dai personaggi. Il protagonista, Hikari Haruma, soprannominato "Picasso" per via del suo talento nel disegno e dal fatto che passa quasi tutto il suo tempo a disegnare, è un liceale introverso, molto diffidente e un tantino riluttante verso il genere umano. La sua unica amica è una sua compagna di classe di nome Chiaki, completamente opposta al nostro protagonista. Ella è infatti popolare e solare, con una passione per la psicologia e l'animo umano, sempre pronta ad aiutare chi è in difficoltà.
Vi dirò, non sono riuscito ad amare il personaggio principale. L'ho trovato piatto e monotono, ma a tratti divertente per le (dis)avventure che, spesso senza volerlo, lo vedono protagonista. Nonostante questo, però, la crescita personale che attraverserà l'ho trovata piacevole e a tratti commovente. Dopotutto, nessuno è nato per stare da solo.
La bellezza di questo manga è senza dubbio l'uso perfezionista del disegno: la ricchezza dei dettagli e la nitidezza di alcune tavole sono sbalorditive. Nonostante ciò, però, ci sono alcuni nei, uno dei quali è la ripetitività delle situazioni. Il protagonista, insieme alla sua aiutante/amica, ricade sempre nelle stesse situazioni che puntualmente si evolvono e risolvono nella medesima maniera. Ho infatti faticato ad andare avanti - nonostante il manga sia di breve durata - proprio perché non c'era quella voglia di sapere cosa sarebbe successo, perché insomma, dopo l'ennesima situazione simile, si familiarizza con l'evoluzione e diventa noiosa. C'è da dire però che le situazioni che si presentano trattano tematiche molto interessanti come i rapporti conflittuali con i genitori, l'amore adolescenziale in tutte le sue forme: da quello romantico a quello più ossessivo; ma anche tematiche forti come quelle del lutto, i traumi infantili, l'omosessualità e la transessualità. Argomenti talvolta delicati, trattati però con estrema sensibilità e delicatezza, in un modo diverso e senza dubbio originale, dotati una forte valenza metaforica.
Insomma, un manga che vale la pena leggere solo per i meravigliosi disegni e per l'originalità con cui certi argomenti vengono toccati. Senza dimenticare che sono solo tre volumi.
A presto, Viandanti
0 Commenti