Autunno | Capitolo 1


Autunno. Il suo profumo è già nell'aria, e la natura inizia a tingersi dei suoi ambrati colori...

–  Mabon sta arrivando... – disse Nonna, scrutando fuori dalla finestra.
Lei era sempre così poetica quando si parlava dell'autunno... o di Mabon. Un nome che ripeteva spesso e, anche se non sapevo cosa significasse, qualcosa in quel nome mi attirava. Aveva qualcosa di magico, come l'Autunno.
Abitava al limitare di un bosco, in una casetta di legno che si adattava perfettamente all'ambiente circostante in cui era immersa. Vive lì da quando ne ho memoria, e sono quasi certa che ci abiti da sempre.
Era settembre. Fuori pioveva. Il cielo era dipinto di un grigio che sembrava volesse lasciare posto al biancore del cielo invernale. Faceva freddo, fuori, ma dentro la casetta di Nonna il camino era già acceso, e mi dava un abbraccio caldo, materno. I salici fuori dalla finestra iniziavano a mutare: le foglie verde brillante stavano cedendo il posto a colori più caldi e alcune, troppo deboli per rimanere attaccate ai suoi sicuri rami, si lasciavano cadere al suolo.
Nonna era una donna eccentrica: non amava stare con le persone, preferiva starsene in disparte, da sola, immersa nel suo bosco che tanto amava. Alcuni la definivano “strana”, “pazza”, ma a lei non importava. A me piaceva. Mi aveva insegnato un sacco di cose, come riconoscere le erbe medicinali, e quelle che lei definiva “magiche”, che non erano nient'altro che erbe spontanee...
Ripeteva quella frase ogni anno, all'inizio di settembre, ma nonostante le mie numerose domande a riguardo, Nonna non mi ha mai detto nulla circa quel nome. Rimaneva sempre molto vaga sull'argomento.
È solo una festa, tesoro. Ne saprai di più quando sarai grande.

–  Chi è Mabon, nonna? – chiesi, la tazza di tè fumante alle erbe in mano.
Nonna preparava degli ottimi tè alle erbe che sapevano di sottobosco. Teneva tutte le ricette per prepararli al sicuro in un grosso e vecchio libro rilegato in pelle con inciso, sulla copertina, una grande stella a cinque punte decorata con motivi arborei. Da piccola credevo fosse un libro di pozioni magiche, e mi divertiva pensare a mia nonna come una strega e me come sua apprendista.
–  Sei diventata una bellissima donna, Amelia. Ma non credo tu sia ancora pronta a sapere tutto ciò che c’è da sapere al riguardo... Mi dispiace. –
E, prima che potessi ribattere, Nonna mi anticipò.
– Vuoi dei biscotti, insieme al tè? Sono al limone e vaniglia, i tuoi preferiti. Li ho preparati stamattina, vado a prenderli. –
Con lei è sempre stato così: ogni qual volta le rivolgevo domande su Mabon, evitava il discorso e spariva nella cucina, tornando sempre con dei dolci preparati da lei. Dolci buonissimi, tutti a base di erbe o piante aromatiche.
Ricordo che quand'ero piccola venivo spesso a giocare qui, poiché il lavoro dei miei genitori non permetteva loro di badare a me e non volevano lasciarmi nelle mani di un’estranea. Tuttavia, nonostante l’assenza dei miei genitori, fu il periodo più bello della mia vita. Trascorrevamo i pomeriggi estivi a raccogliere erbe, mentre nonna mi recitava a memoria il loro nome latino, la famiglia a cui appartenevano, le piante commestibili e quelle velenose, con le quali, però, in piccole quantità, si potevano creare unguenti, pomate e oli. Fu proprio lei a influenzare la mia carriera professionale, poiché mi laureai con il massimo dei voti in Scienze erboristiche, per poi diventare un'erborista. Aprii una piccola erboristeria in un quartiere della città dove vivevo e decisi di chiamarla, in suo onore, Le erbe magiche di Nonna. Gli affari andavano piuttosto bene, dovuti anche ai suoi preziosi insegnamenti.
Quand'ero piccola mi ripeteva sempre che le piante hanno un’anima, e che esistono tante piante quante sono i mali che possono curare. Bisognava solo ascoltarle, e loro ti avrebbero dato l’aiuto necessario.

Quando tornò dalla cucina, un profumo invase il piccolo salotto della casa. Il dolce e delicato profumo della vaniglia e il pungente profumo del limone mi fecero tornare alla mente i ricordi legati  all'infanzia trascorsa in questa casa.
–  Te lo concedo, sai come evitare un discorso comprandomi con i miei biscotti preferiti. Ma sappi che non me ne andrò di qui oggi senza sapere almeno un po’ di quello che dovrei sapere  – dichiarai, non nascondendo una certa curiosità.
– Te l’ho già detto, Amelia, quando sarai pronta, saprai ogni cosa. E ora finisci il tuo tè, si sta raffreddando – concluse con semplicità e con un accenno di sorriso amaro.
Perché tutti questi segreti? Cosa ci potrà mai essere dietro un semplice nome? Il pensiero mi accompagnò per tutto il viaggio di ritorno verso casa.

2 Commenti

  1. Ciao Midori,
    ho iniziato a leggere il tuo racconto presa dalla curiosità dopo aver scoperto il tuo blog proprio ieri. Molto bello questo primo capitolo! E ovviamente mi sono già affezionata al personaggio di Nonna. L'ambientazione mi piace molto e mi dà un'idea di magia non ancora portata alla luce. Infine è scritto davvero molto bene, sono pienamente coinvolta.

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    1. Ciao carissima Martha, davvero grazie per i complimenti! Purtroppo il racconto è in pausa forzata dovuto a mancata ispirazione, ma spero di riuscire presto ad andare avanti.

      Grazie ancora, ci leggiamo presto!

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